Gallarate-Norcia. Quasi 650 chilometri, più di sei ore d’auto. Un viaggio lunghissimo. Non così lungo, però, se si percorre la strada della solidarietà. Le distanze si annullano, i chilometri si dissolvono in una manciata di centimetri e le nostre mani sono più vicine a quelle dei nostri fratelli nursini.
Un piccolo gesto, come una stretta di mano, per dare forza. Un piccolo segno, come una mano sulla spalla, per dire «no, non siete soli». Come una mano, la nostra mano, che idealmente aiuta a spostare quel pezzo di muro crollato. La nostra mano che si unisce a quelle dei 5000 abitanti – eterni amanti – di Norcia che tutti insieme provano a rimettere in piedi una città. E con lei, una vita.
Quando si parla di solidarietà non ci sono distanze. Il cuore comanda – guai a chi lo ferma – e quando è lui, quel testone, a guidarci, allora tutto diventa possibile, per davvero. La solidarietà è magia, ha il potere di far accadere le cose. E i nuovi maghi di questa misteriosa arte sono ovunque, in tutto il mondo, e attorno a noi, qui, a Varese. Precisamente a Gallarate. Il sindaco Andrea Cassani, Nunzio Pellegrini e Massimiliano Cappa, della Top Level, e tutta la cittadina gallaratese. Ecco i maghi di questa magia varesina.
Venerdì scorso tutti insieme hanno comprato una roulotte e l’hanno devoluta, anzi, l’hanno regalata agli agricoltori ei contadini di Norcia che non vogliono stare senza la propria terra da coltivare. Perché vorrebbe dire arrendersi. «E noi non ci arrendiamo». Il coraggio misto a commozione di , il sindaco di Norcia, arriva forte fino a qui. Il primo cittadino ha voluto ringraziare Gallarate e tutte le città (come anche Cavaria e la sua Protezione Civile) che si stanno muovendo per un aiuto verso tutti i suoi cittadini.
«Quello che sta avvenendo è un fiume di solidarietà. La globalizzazione dei mezzi di comunicazione ha abituato a leggere in tv che è avvenuto un disastro e che si può donare facendo un numero di telefono: tutto è divento abitudine. Ora però siamo noi il fulcro di queste attenzioni e ci rendiamo conto che senza solidarietà non avremmo trovato la forza, le energie e la fiducia verso il futuro. Voglio dire un “grazie” dal profondo del cuore, mio e dei miei concittadini, un “grazie” sincero e senza retorica, a chi ci vuole bene: solo attraverso questi gesti di vicinanza non ci sentiamo soli e abbiamo pensato che sì, ce la possiamo fare».
È passato quasi un mese dall’ultima, terribile, scossa che ha colpito in modo distruttivo la cittadina, dopo quella del 24 agosto. Un mese difficilissimo da immaginare, impossibile da capire. E la situazione dei 5000 abitanti rimane ancora critica. «Abbiamo circa 1200 persone negli alberghi, 800 nelle tende, 1000 che accedono ai pasti erogati dalle mense delle strutture di protezione civile e 2000 che hanno trovato collocazione fuori dalla città. Questo è un quadro che dà il senso della situazione: 5000 persone fuori dalle proprie case. Ci stiamo preparando per avere prima di Natale dei container collettivi che funzioneranno come ostelli e che miglioreranno l’accoglienza perché saranno di 1330 metri quadri e ospiteranno 48 persone. Lo step successivo sarà garantire i trasporti ma stiamo lavorando anche all’installazione di casette le cui dimensioni variano dai 40 ai 60 fino a 80 metri quadri».
La polvere e le macerie dominano ancora le strade e il rumore del silenzio è quasi assordante.
Ma la città sta ripartendo, vuole farlo. Ne ha bisogno.
La possibilità di avere una “zona franca” avrebbe giovato all’economia della città, ancora inevitabilmente ferma. L’Emendamento però è nelle mani del Senato. Avere agevolazioni fiscali ed esenzioni sulle imposte per le imprese che intendono avviare attività a Norcia sarebbe fondamentale.
Niente paura. Aspettate. E noi con voi. “Troveremo una soluzione, l’abbiamo sempre fatto” recitava un film. Crediamoci.
Per il momento Norcia prova a ripartire grazie alle scuole e alla loro attività. «Ci sono 17 aule per ora in cui, con doppi turni tra mattina e pomeriggio, fanno lezione i nostri ragazzi. A partire dai primi mesi del 2017 avremo anche un secondo istituto scolastico che ospiterà le medie, le elementari e la materna in modo così da avere il turno singolo».
Riattivare le scuole significa rianimare una città. I ragazzi torneranno a camminare per le strade, a giocare nei cortili, con i loro sorrisi e con la voglia di studiare.
Per il loro futuro. E quello di Norcia.