È la moda del momento destinata a non passare di moda. Chi non l’ha provata la guarda con sospetto ma se ne interessa con curiosità, chi ha deciso di buttarsi ne parla col sorriso sulle labbra e un po’ di acido lattico nelle gambe. Tanto semplice quanto divertente, gli ingredienti del successo sono pochi: tre dj per altrettanti canali dove scegliere la propria musica, un vocalist che surfa tra le stazioni, un migliaio (o più) di cuffie colorate. Si può organizzare ovunque – certo, la location non va trascurata – senza dare fastidio ai soliti “vicini” dal sonno leggero e il lamento facile; attraversa le generazioni e mette d’accordo gli amanti di generi diversi; riempie le orecchie (e le tiene pure calde) senza lasciare il famigerato “fischio” del giorno dopo; e costa pure poco, almeno per ora.
È la silent disco, il fenomeno che sta conquistando la provincia di Varese, dove è arrivata da poco ma è già diventata un appuntamento fisso del weekend, partecipato e richiesto al punto di aver registrato diversi sold out nelle ultime serate proposte.Da piazza Montegrappa a Varese all’area feste di Cassano Magnago passando per Busto Arsizio dove ha già fatto tappa diverse volte.
Per capire bisogna provare, e allora eccoci qua. Cinque euro e un documento in cassa,
cuffie in testa e via, si parte. Canale verde, rosso e blu che colorano il viso e l’ambiente, musica in wireless, luci dal palco dove i dj propongono le loro tracce, che spaziano in tutti i generi: sul verde si va dall’R&B, reggaeton, dancehall e latino; sul rosso si salta con i grandi classici dance (dagli anni ’90-’00 capitanati dal maestro Gigi d’Agostino ai pezzi più attuali che passano in radio) e si canta anche sulle note di Blink 182, Sistem of a Down, Bon Jovi e, perché no, pure con i cartoni animati o con le canzoncine da villaggio turistico; sul blu si entra nelle nicchie di house, dubstep e techno più pure.
La chiamano “la rivoluzione silenziosa”, perché non disturba i famosi vicini e così si può organizzare anche in una piazza in centro, ma in realtà completamente silenziosa non è: le cuffie infatti isolano e ovattano, spingendo a cantare senza freni, come quando si è soli in macchina. Imperdibile quindi regalarsi qualche momento senza cuffie e godersi la scena, visiva e acustica: in tanti si credono usignoli, la realtà è che ci sono più che altro cornacchie. Ma anche questa è una forza, perché non c’è vergogna, anzi: ci si abbraccia, anche tra sconosciuti, e si canta (urla…) a squarciagola.
Anche lo zapping tra i canali è un cardine della silent disco: crea situazioni curiose, tipo balli di coppia su note differenti (così da vedere il classico pugnetto tamarro agitarsi in aria al fianco di un sensuale movimento di bacino); apre a piacevoli conoscenze, spostandosi in maniera casuale (sì, certo…) sullo stesso colore della compagna di ballo preferita; spinge a qualche scherzo, convincendo gli altri a un cambio di stazione improvvisando una macarena che però, in cuffia, non c’è.
Tutto questo (e molto di più) è la silent disco. Non guardatela con sospetto, provatela. E capirete perché la moda del momento è destinata a non passare di moda.