Le confessioni di Laura alle colleghe «Lo zucchero si scioglie, le pastiglie no»

I racconti agli inquirenti: «Diceva a tutti di voler bloccare la libido del marito»

È un rapporto totalmente malato, quello che emerge tra “l’infermiera killer” e il marito , deceduto a 45 anni in seguito a un infarto: una morte provocata, secondo la Procura di Busto Arsizio, dal “trattamento Cazzaniga” al quale Guerra sarebbe stato sottoposto. Per la sua morte i due amanti sono indagati per omicidio volontario in concorso.
Secondo la ricostruzione degli inquirenti, la Taroni aveva maturato profondo rancore nei confronti del marito ritenuto addirittura coinvolto in una relazione affettiva con la suocera. Alla luce della voglia di “tagliare” con quel legame, ormai diventato sempre più arido, andrebbe proprio visto il movente del presunto omicidio volontario.

Sempre secondo la Procura di Busto Arsizio il piano per eliminare il marito, unico ostacolo per alimentare la sua relazione alla luce del sole con l’amante , decollò già nel 2011. In questo senso è scioccante quanto raccontato da un’infermiera, amica e collega della Taroni, agli investigatori: «Un giorno – ha raccontato – mi trovavo a casa di Laura per un bere un caffè; lei mi confidò di aver da poco iniziato una relazione con il dottor Cazzaniga. Laura disse una frase che nei mesi a seguire ho realizzato essere monito “lo zucchero nel caffè si scioglie, le pastiglie no”. Le chiesi a cosa si riferisse e lei disse che a volte metteva nel caffè del marito degli antidepressivi per ottenerne il calo della libido. Inizialmente pensai a uno scherzo. In quel periodo in reparto tutti sapevano della relazione tra Laura e il Cazzaniga».

«Loro non ne facevano mistero e anzi spesso venivano sorpresi in effusioni durante i turni al Pronto Soccorso – continua il suo racconto la collega – Nei giorni a seguire, in reparto si è parlato del fatto che Laura diceva a tutti di nascondere questi farmaci nel cibo del marito per diminuirne la libido. Io e lei non ne abbiamo più parlato fino a quando, una volta, sempre nell’estate 2011, mentre eravamo a mangiare in mensa, lei si rivolse alla cardiologa chiedendole quale era il farmaco ipotensivo più forte che conosceva. Istintivamente ho chiesto alla dottoressa di non rispondere ma dalla sua reazione ho capito che anche lei aveva sentito le voci che giravano su Laura. Discutemmo della questione; le chiesi ripetutamente se stesse scherzando ma lei, seria, disse che non scherzava e che anzi aveva somministrato al marito, ovviamente a sua insaputa, anche del betabloccante, un medicinale cardiologico che provoca bradicardia».

Nel 2012 la donna si sarebbe sempre più convinta rispetto all’opportunità di eliminare il marito. La novità riguardava la diversa patologia da attribuire falsamente al coniuge che le avrebbe consentito la somministrazione di farmaci in dosi massicce e comunque letali per persone immuni: il diabete.
Il 30 giugno del 2013 Massimo Guerra è deceduto dopo che le sue condizioni sarebbero via via peggiorate.

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