Morte in corsia: gli indagati tacciono. Oggi sono stati ascoltati dal procuratore capo di Busto Arsizio Gianluigi Fontana e al pm bustocco Cristina Ria alcuni dei medici coinvolti nell’indagine che ha portato all’arresto di , medico anestesista viceprimario del pronto soccorso di Saronno, accusato di aver ucciso quattro pazienti, e della sua amante , infermiera nello stesso ospedale accusata del coinvolgimento nel solo omicidio del marito Massimo Guerra. Gli interrogatori si sono svolti nella caserma del comando compagnia dei carabinieri di Saronno che hanno condotto le indagini.
Non si è legittimamente presentato in caserma «in accordo con la procura di Busto Arsizio», il primario del pronto soccorso e a capo alla Commissione interna dell’ospedale che già nel 2013 esaminò i sospetti denunciati da altri lavoratori. Secondo gli inquirenti, il primario «in qualità di pubblico ufficiale, ometteva di denunciare all’Autorità giudiziaria o ad altra autorità» i reati commessi da Cazzaniga «di cui aveva avuto notizia nell’atto e a causa delle sue funzioni» e perché «omettendo di denunciare Cazzaniga» e «comunicando agli infermieri dai quali proveniva la segnalazione sui trattamenti trerapeutici somministrati da Cazzaniga che la condotta del medico era da considerarsi corretta e che non vi era alcun nesso di causalità tra i farmaci infusi dal medico e la morte dei pazienti, aiutava il medesimo Cazzaniga ad eludere le investigazioni». Si è avvalso della facoltà di non rispondere, medico anestesista responsabile dell’unità di emergenza urgenza dell’ospedale di Saronno (Varese), indagato per omessa denuncia e favoreggiamento. Il professionista, componente della commissione interna dell’ospedale di Saronno a cui arrivarono le denunce degli infermieri sul presunto comportamento illecito del medico anestesista arrestato Leonardo Cazzaniga, si è presentato in caserma a Saronno nel primo pomeriggio, accompagnato dal suo avvocato, Gianluigi Tizzoni, dove ha scelto di non rispondere alle domande degli inquirenti.