– Schiamazzi, vandalismi e minacce: la notte da incubo dei residenti di piazza Marconi. Il mattino dopo il passaggio dei teppisti il bollettino è stato pesante: un cartello stradale sradicato, una bicicletta assicurata con una catena divelta, danneggiata e buttata a terra e il vetro del portone d’ingresso della palazzina dove vive con la compagna chi ha osato chiedere ai selvaggi di piantarla e andare a dormire mandato in frantumi. Rotto forse con un colpo di spranga o una sassata, quasi fosse una punizione per chi s’è permesso di chiedere di poter riposare.
È accaduto nella notte tra venerdì e sabato. A ricostruire l’accaduto sono state le stesse vittime del raid che hanno poi chiamato i carabinieri. Il gruppetto, almeno cinque ragazzi tra i 20 e i 30 anni, stava già facendo baccano quando, poco dopo le 3 una coppia ha raggiunto la palazzina di piazza Marconi dove risiede. I due lavorano in Svizzera in un bar. Avevano appena terminato il turno, sognavano soltanto di abbandonare la notte gelida e andare a dormire dopo il lavoro.
Il gruppetto, entro il quale probabilmente il tasso alcolemico era ben oltre la soglia della ragionevolezza, ha adocchiato la coppia. Comprensibile la preoccupazione dei due che hanno accelerato il passo. Niente da fare: il branco s’è trasformato in un covo di bulli. Sono iniziati gli insulti. Insulti pesanti rivolti anche alla ragazza che sempre più in fretta tentava di raggiungere casa. Sfottò, parolacce, commenti a fondo sessuale da brivido. Il compagno della giovane ha cercato di calmare i bulletti. Ha cercato di fare in modo che smettessero e che lui e la compagna, e tutti gli altri residenti della piazza potessero riposare. Tentativo fallito: il gruppo ha reagito aggredendolo verbalmente e minacciandolo di fargli parecchio male non avesse smesso di parlare. La coppia è finalmente riuscita a raggiungere casa. I vandali hanno reagito da par loro: prima, neanche fossero regrediti all’età della scuola d’infanzia, hanno suonato tutti i campanelli. Poi hanno iniziato a gridare come pazzi scandendo insulti. Mentre veniva chiamato il 112 il ragazzo che poco prima aveva cercato di calmare il branco ha fatto un secondo tentativo. Incassando una seconda raffica di minacce pesanti e circostanziate.
Il branco, capito che l’arrivo dei militari era prossimo, s’è disperso. Non prima di aver mandato in frantumi il vetro d’ingresso di una palazzina, sradicato un cartello e distrutto la bicicletta di un malcapitato. Settimana scorsa, sempre di venerdì sera, un gruppo di vandali s’era sfogato nella zona di via XXV aprile dove ha sede il Carrefour. Un raid devastante: i teppisti hanno divelto tutte le bocchette anti incendio, rotto e ribaltato i carrelli per la spesa e danneggiato almeno due auto in sosta. I proprietari si sono trovati i parabrezza spaccati e le carrozzerie rigate. Il sindaco di Luino Andrea Pellicini aveva parlato di comportamento «ignorante e incivile». «Questi comportamenti vanno stroncati sul nascere – aveva aggiunto – Viviamo in una città sicura sotto ogni profilo, grazie alla presenza di circa 250 agenti delle Forze dell’Ordine, tra Carabinieri, Polizia e Guardia di Finanza. Luino, da questo punto di vista, è un territorio militarizzato. Purtroppo, però, gli atti vandalici sono una costante di ogni città. L’ignoranza e la carenza di senso civico di taluni possono portare a queste conseguenze. Non bisogna certo drammatizzare, ma va fatto tutto il possibile per accertare le responsabilità e applicare le sanzioni previste dalla legge».