Le avrebbe prosciugato il conto in banca “spillandole” decine di migliaia di euro. Complessivamente potrebbe essersi intascato tra i 140.000 e i 150.000 euro anche se un conteggio preciso deve essere ancora effettuato.
La presunta vittima è una signora quasi novantenne, originaria di Tradate, ma recidente da qualche tempo a Calco. Per la spiacevole vicenda, sul banco degli imputati, è finito un cittadino di Verderio, che sta rispondendo in tribunale a Monza di circonvenzione di incapace.
In udienza hanno riferito nelle ultime ore l’assistente sociale del Comune di Calco, che segnalò la situazione sospetta, uno medico e un amico della donna. «La signora – ha raccontato l’assistente sociale – sosteneva di essere in possesso di una casa a Legnano. Gli avevano fatto vendere la casa di Tradate e con una parte dei soldi ricavati diceva che aveva acquistato una casa a Legnano per il valore di 118.000 euro. Abbiamo trovato un assegno con causale “casa di Legnano” da 118.000 euro intestato all’imputato».
Secondo l’accusa, infatti, la casa di Tradate era stata venduta a un prezzo superiore rispetto a quanto speso per acquistare l’immobile di Legnano: tuttavia, sempre secondo l’accusa, la casa era stata intestata all’imputato. «Durante le nostre visite domiciliari – ha aggiunto in aula l’assistente sociale – ci siamo resi conto che non era lucida nei racconti. Ripeteva che era da sola. Viveva in affitto a Calco, ma noi non capivamo perchè fosse stata portata lì».
La cifra contestata sarebbe superiore ai 118.000 euro del valore dell’importo della casa di Legnano: «Quando le abbiamo raccontato – ha aggiunto l’assistente sociale – che non aveva alcuna casa a Legnano, si è arrabbiata tantissimo. Quando con lei abbiamo visto il conto corrente è rimasta molto stupita poiché pensava di aver messo da parte una somma molto più consistente. Non riusciva a capacitarsi: non riusciva a capire chi le avesse portato via i soldi. Anche perchè riceve una pensione mensile ci circa 1.800 euro».
Come ha spiegato il medico che l’aveva curata nel 2014, la sua situazione clinica non è delle migliori. «Ho esaminato la signora nel 2014 – ha ricordato il dottore – ed è stato rilevato un quadro demenziale già abbastanza avanzato. La signora, secondo la valutazione fatta nel 2014 non sarebbe in grado di stare in giudizio».
Davanti al giudice Sonia Mancini si torna in aula il 24 di aprile. La Procura è rappresentata dal Vice Procuratore Onorario, Luigi Pisoni.