Sorprende il ladro a rubare sull’auto di un conoscente e lo manda all’ospedale: ora è a processo per lesioni. Processo bizzarro quello che si sta celebrando in tribunale a Varese che vede imputati insieme un uomo accusato di tentato furto e l’uomo che lo ha bloccato malmenandolo mentre cercava di scassinare la quinta auto della serata. Quando il malvivente è stato bloccato aveva infatti già aperto altre quattro vetture.
Il fatto, avvenuto a Induno Olona, risale al marzo 2013. Il “giustiziere” finito a processo con il ladro è . Lui aveva già spiegato l’accaduto: «Non voglio giustificarmi, ma sottolineare che sono intervenuto per fermare un ladro che aveva già aperto quattro macchine e stava per aprire la quinta. Quando mi sono accorto di quello che stava succedendo, nel parcheggio condominiale, ero con la mia fidanzata di allora. La quinta auto era quella di suo padre. Lo abbiamo visto armeggiare intorno alle macchine, lei era molto spaventata. Ho deciso di intervenire. Ho preso la prima cosa che ho trovato in casa, una scopa, per difendermi e l’ho affrontato».
Limido ha spiegato di aver agito per bloccare un malvivente, «tra l’altro armato perché quando la polizia l’ha perquisito gli sono stati trovati addosso un cacciavite, una forbice e due spadini».
Limido lo ha affrontato bloccandolo e impedendogli di finire il “lavoro” e di scappare. «Sì l’ho picchiato». Una reazione d’istinto, dovuta alla rabbia che tutti provano quando si trovano la macchina scassinata o, peggio, la casa svuotata. «Contestano che avrei dovuto chiamare il 112 e bloccarlo – spiega Limido – Vero. Il 112 non l’ho chiamato io ma i vicini. Ma come potevo impedirgli di scappare? Non è che lui fosse ben disposto ad aspettare seduto l’arrivo delle forze dell’ordine».
Il ladro ha rimediato lesioni per 20 giorni. Nella colluttazione è stato colpito con pugni e con il manico della scopa utilizzata quale arma improvvisata «per non affrontare un malvivente a mani completamente nude. Quando l’ho raggiunto per fermarlo non potevo sapere se era armato, e lo era, oppure no».
Ieri in aula sono stati ascoltati alcuni testimoni che hanno assistito alla colluttazione. Ora si attende l’udienza in calendario il prossimo 13 aprile. Nell’occasione sarà ascoltato infatti l’uomo accusato dei furti sulle vetture. Il presunto ladro, insomma, che o troverà un modo per giustificare il suo armeggiare sulle auto altrui oppure nel raccontare della colluttazione con Limido dovrà in qualche modo ammettere che effettivamente stava rubando confermando così il capo di imputazione a suo carico.