Il talent show “Amici” ha da poco riaperto i battenti e anche quest’anno il celebre ballerino Kledi Kadiu sarà tra gli insegnanti all’interno della scuola di Maria de Filippi, dove in molti aspirano ad entrare.
Rispetto ad una scuola tradizionale, la differenza fondamentale sta nella quotidianità. Con gli allievi di Amici il percorso didattico è più quotidiano e il rapporto con loro è più stretto. C’è un contatto che dura oltre le ore settimanali di lavoro di una normale scuola di danza. Si seguono gli allievi costantemente. Inoltre si studiano tante discipline in tempi molto serrati, affrontando stili diversi con altrettanti insegnanti. C’è un rapporto che prosegue anche “al di fuori della coreografia”, nel quale allievi e insegnanti possono continuare a confrontarsi. Senza contare poi l’esposizione davanti alla telecamera, che rende l’esperienza sia degli insegnanti che degli allievi decisamente diversa.
Sicuramente una cosa ha aiutato l’altra: la televisione è il mezzo che arriva più velocemente alle persone e questo ha aiutato i giovani ad avvicinarsi sempre di più alla danza. Qualche anno fa era quasi inimmaginabile che un maschio potesse scegliere di danzare senza pregiudizi. In questo la tv è stata positiva. Non tutto quello che si vede sullo schermo è sinonimo di talento, ma la televisione ha aiutato a diffondere la danza verso un pubblico più vasto, portandola fuori dall’élite. L’ha fatta emergere. Ad oggi si contano quasi 20.000 scuole di danza in Italia. La cosa negativa è che questi grandi numeri hanno fatto calare la qualità: il fatto che oggi la danza venga insegnata anche da persone poco competenti, non è positivo.
Sulla flessibilità delle regole dipende molto dall’insegnante, ma il mondo della danza in alcuni campi è ancora selettivo e anche io mi ritengo tale come insegnante. Dipende molto da cosa sta cercando il ballerino e da dove vuole arrivare. Quello che reputo fondamentale è la capacità di emanare emozioni, la carnalità, riuscire a trasmettere il proprio talento.
Assolutamente no. Fare il ballerino è difficile oggi come ieri. Molti insegnanti non capiscono che la realtà al di fuori di una scuola è dura. Ci sono tante fabbriche ma poche vetrine, poche compagnie. Di migliaia di ragazzi che escono ogni anno dalle accademie solo il 5% arriva ad essere un ballerino professionista. Fare il ballerino oggi può essere visto solo come un lavoro part-time! Non si può vivere di sola danza, purtroppo. Questo vale per tutti, anche per chi esce da una realtà come Amici, che non è assolutamente un punto di arrivo.
Ci sono delle doti che sono innate, ma anche per un ballerino studiare recitazione e teatro serve. Sicuramente aiuta a formare un artista a 360 gradi, perché fare solo il ballerino oggi conviene poco. Se si intraprende una strada più completa si hanno più possibilità di lavorare ed è sicuramente un vantaggio. Basti pensare ai Musical dove, oltre a ballare, la recitazione e il canto sono fondamentali.
Lo è sempre stato e sempre lo sarà. Chi frequenta questi ambienti non ha mai avuto pregiudizi di nessun tipo, né sociali né razziali. Stare in una compagnia composta da etnie diverse è un grande arricchimento che, in un mondo diviso come quello di oggi, è sempre più difficile da comprendere. Su questo argomento mi sento un po’ pessimista. Le problematiche sull’integrazione che ci stiamo portando dietro ormai da anni stanno diventando la quotidianità. Purtroppo quando qualcosa è quotidiano piano piano diventa normale ed è difficile tornare indietro. La danza, l’arte, la musica, il teatro sono gli unici ambiti nei quali le differenze spariscono e si può conoscere l’altro. Solo conoscendo qualcosa poi non ne hai più paura. Difficile però farlo capire agli altri!
Non esistono più strade con i piedi per terra. Certo il cammino per fare la ballerina non è facile, ma se mia figlia volesse fare questo non la ostacolerei. La cosa peggiore che può fare un genitore è far fare ai figli quello che in realtà desiderano loro.