Aveva orinato nella macchina di servizio dei poliziotti: non contento aveva aggredito a calci i militari sfondando una delle porte del commissariato e danneggiando anche una fotocopiatrice. Una nottata di ordinaria follia di qualche anno fa che avrebbe potuto ripetersi anche a Castellanza quando i carabinieri si sono imbattuti nel marocchino molesto del 2011.
Il nordafricano, 39 anni, si è reso responsabile di un’altra nottata molesta, questa volta a Castellanza, ma per fortuna non è finita come sei anni fa. Fatto sta che il magrebino è finito comunque in manette.
L’attività è partita da un controllo di routine in un bar della città dove era stata segnalata la presenza di alcuni marocchini molesti. L’operazione è stata portata a termine dai carabinieri della stazione di Castellanza, coordinati dai colleghi della Compagnia di Busto Arsizio. I fatti si sono svolti lunedì sera all’interno di un bar della città. Doveva essere un lunedì sera tranquillo, ma evidentemente quando si alza un po’ troppo il gomito può accadere di tutto, anche oltrepassare il limite ben oltre la soglia di tolleranza.
Una pattuglia dei carabinieri era intervenuta nella zona del bar per rispondere a una richiesta di intervento proveniente dal gestore del locale. L’uomo pare stesse dando fastidio ad altri avventori: per evitare che il quadro degenerasse, è stato richiesto l’intervento dei militari che hanno raggiunto rapidamente il luogo.
Durante le fasi di identificazione successive all’intervento dei carabinieri, l’uomo è risultato colpito da un ordine di carcerazione emesso dal tribunale di Milano poiché doveva ancora espiare la pena sette mesi e 28 giorni di reclusione per i reati di danneggiamento e oltraggio a pubblico ufficiale, commessi nel 2011. In quella circostanza il marocchino era stato arrestato per resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale sempre nei pressi di un esercizio commerciale.
In quell’occasione diede in escandescenza. Si rese protagonista di comportamenti oltraggiosi opponendo resistenza, mostrandosi offensivo, minaccioso e cercando di divincolarsi dagli operanti che stavano procedendo alla sua identificazione. Durante il tragitto volontariamente urinò nell’autovettura di servizio. Portato in commissariato, ruppe la porta di un ufficio e una fotocopiatrice. Ora si trova tra le mura di una cella.