«Milano? Cosa dovremmo dire di diverso rispetto a quello che dicono tutti? È una squadra di Eurolega, l’unica del campionato italiano: qualcosa vorrà pur dire. Parliamo di Varese».
Parliamo di Varese. “L’underdog” di giornata va per la sua strada e ha sempre e solo una battaglia da combattere: quella contro se stessa. Che si affronti Milano o Cremona cambia nulla: per salvarsi bisogna semplicemente affrontare e superare i propri limiti, una partita – ogni partita – «è solo una verifica».
Il concetto è ben chiaro nella testa di coach Attilio Caja, che alla vigilia del match di cartello della terza giornata di ritorno cerca di “imboccare” la critica con i concetti giusti: «Veniamo da un’ottima vittoria – esordisce l’allenatore – A Caserta abbiamo dimostrato solidità mentale e tanta applicazione, entrambe indispensabili per portare a casa gare così difficili. È stato un successo che ci ha dato molta fiducia. Quella di domani sarà un’altra tappa del nostro cammino, una delle 13 che dovranno tutte essere giocate al meglio».
Prima stazione: «Contro l’Ea7, che ora sta dimostrando di poter essere competitiva anche in coppa, servirà essere squadra». No, non è una frase fatta e Caja la spiega per filo e per segno: «Significa giocare insieme in attacco, non lasciando da solo Maynor contro esterni che hanno una taglia fisica importante: se porti un blocco fatto bene, aiuti il tuo play e ti metti nella situazione di essere due contro uno, costringendo la difesa a delle scelte e alleggerendo la pressione su di lui. Lo stesso vale dietro: difesa di squadra vuol dire collaborazione, vuol dire non lasciare gli uno contro uno ai loro esterni, vuol dire togliere a Milano le transizioni. Giocare di squadra serve sempre, ma contro i “cugini” serve ancora di più».
Varese deve trovare forza anche nei miglioramenti che ha fatto registrare nel mese abbondante di lavoro agli ordini dell’”Artiglio”, uno su tutti: la capacità di stare nelle partite. «A Caserta lo abbiamo dimostrato, non ci siamo mai disuniti, nemmeno davanti ai loro parziali. Se affronti una squadra forte saper resistere è fondamentale: mai guardare il tabellone, mai preoccuparsi emotivamente, si deve solo andare avanti con le proprie certezze. Questo discorso vale anche all’opposto: Milano è una formazione che può recuperare il punteggio quando vuole, lo ha dimostrato da ultimo con il Darassufaka».
Una vittoria, quella in coppa, che viene dopo lo stop accusato dalla squadra di Repesa ad Avellino, lunedì scorso: «Su quella partita c’è poco da dire. Se tiri dal campo con il 65%, come successo alla Scandone nel primo tempo, vinci contro chiunque. Non per niente si chiama “palla-canestro”.