Ginevra, 13 ago. (Ap) – Pechino ha annunciato ricorso tramite il
suo ministero del commercio, il quale nega che la Cina faccia
“ostruzionismo”, dopo che il World Trade Organization (Wto) ha
dato ragione agli Stati Uniti nella sua battaglia commerciale
contro il Paese del Dragone, sentenziando che i cinesi hanno
violato le leggi internazionali limitando l’importazione di
libri, canzoni e film.
Il Wto ieri ha accolto il ricorso americano contro la legge
cinese che obbligava le aziende Usa produttrici di musica, film e
libri a utilizzare compagnie di distribuzione pubbliche cinesi
per accedere al mercato interno di Pechino. Ora la Cina dovrà
alleggerire i suoi controlli e aprire maggiormente il suo mercato
alle aziende statunitensi di musica e libri.
Fino ad oggi era la Cina Film Corp. a decidere quali film possono
essere distribuiti in Cina, spesso differenti dai gusti del
pubblico, a giudicare dai dvd pirata in vendita sui marciapiedi
di Pechino. E la pirateria – scrive il New York Times – è uno dei
grandi problemi: i consumatori cinesi sono così abituati a pagare
poco per i dvd, o a scaricare film e canzoni gratis su internet,
che i distributori americani già vendono dvd legali a un prezzo
più basso in Cina e, ciò nonostante, fanno fatica a trovare
acquirenti.
Ciò non si tradurrà subito in maggiori royalties per Hollywood o
per la Silicon Valley e serviranno sicuramente delle sanzioni
affinchè la misura sia applicata sul più grande mercato mondiale.
La Cina intende comunque conservare un diritto particolare sul
contenuto dei video e su chi li importa.
Il rappresentante americano al commercio Ron Kirk ha elogiato la
decisione dell’organizzazione per il commercio mondiale:
“Promette di spianare il campo per le aziende americane che
lavorano per distribuire i prodotti dell’industria dello
spettacolo in Cina”, affinchè i prodotti legalizzati “possano
arrivare sul mercato e sconfiggere la pirateria”.
Il verdetto potrebbe costituire un precedente anche per altri
settori industriali, quali per esempio quello automobilistico,
che lamenta vincoli simili per la distribuzione dei propri
prodotti in Cina. Si tratta della prima vittoria legale
dell’Amministrazione Obama e arriva nel momento in cui aumentano
le pressioni perché la Casa Bianca assuma un atteggiamento più
deciso sugli accordi commerciali con la Cina. Molti Democratici
in seno al Congresso ritengono infatti che proprio gli accordi
esistenti con Pechino siano responsabili dell’aumento del deficit
della bilancia commerciale statunitense e della perdita di
numerosi posti di lavoro nei settori industriale e manufatturiero.
Cep
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