Oltre 300 tatuatori e migliaia di persone. Milano si è trasformata per tre giorni nella capitale del tatuaggio con la ventiduesima edizione della “Milano Tattoo Convention”. Alla manifestazione erano presenti tatuatori di tutto il mondo, ambasciatori di una tradizione millenaria che sempre più conquista con le sue innumerevoli e mutevoli sfumature. Colonna sonora dell’evento, il ronzio costante e piacevole delle macchinette per i tatuaggi.
I tattoo sono da considerare come una vera e propria forma d’Arte. Conosciamo le sei principali arti (Musica, Pittura, Architettura, Scultura, Scrittura e Danza), unanimamente accettiamo il Cinema come settima, ma le altre? Ottava la fotografia? Nona i fumetti? Decima i videogiochi? Ora, non se ne abbia a male Hideo Kojima (il creatore di Metal Gear Solid) o Shigeru Miyamoto (il “papà” di Super Mario), ma lo spazio riservato alla decima arte andrebbe di diritto al tatuaggio. Alla capacità di incidere una “tela di pelle” dando vita a capolavori. Al “Milano Tatoo Convention” erano presenti oltre 300 artisti, non semplici tatuatori.
Sebbene siano sempre più diffusi, è ancora presente il pregiudizio verso questo mondo, “il tatuato è una persona poco per bene”. In realtà alla kermesse era presente un ventaglio di persone davvero eterogeneo, comprese le famiglie con i bambini. I più piccoli erano incantati da questo mondo fatto di colori e disegni. Incuriositi, si interessavano e ponevano domande.
«Papà, ne posso fare uno anche io?» Il sorriso del tatuatore rassicura il genitore. «Sì, piccola. Puoi averne uno anche tu». Non importa che il tatuaggio fosse stato fatto sul polso con un pennarello, ma il sorriso sul volto della bimba – e anche quello dell’artista – raccontava la gioia del sentirsi parte anche lei di quel mondo. Il tatuaggio è un ricordo che decidi di imprimere sulla pelle invece che nella memoria. E le manifestazioni come la “Milano Tattoo Convention” servono proprio a conoscere persone capaci di plasmare i desideri con tecniche e stili diversi.