Ogni luogo ha un’anima: quella della Galleria Manzoni, recentemente rinata dalle sue ceneri dopo un lungo periodo di difficoltà e oblio, ha il piglio guerriero di Valentina Benedetto Grassi. La bella storica e creatrice di gioielli, da quando nell’ottobre del 2015 ha aperto il Filo di Vale, catalizza con le sue iniziative il magnifico angolo di Varese che per molti è tornato ad essere simbolo di svago, di socialità e anche di cultura: e nei giorni che preludono a San Valentino riempirà
di cuori e di quadri dei suoi artisti del movimento “Seguendo il filo di Arianna” per dire basta alla violenza contro le donne. «Ma non chiamatemi promotrice dell’evento – spiega Valentina – perché è stato un vero e proprio brainstorming quello che settimana scorsa ha visto coinvolti parecchi degli esercenti della galleria. Volevamo fare qualcosa in occasione della ricorrenza e abbiamo pensato ad un evento che avesse un risvolto sociale. Da qui a promuovere la festa dell’amore usando questo concetto nella sua valenza di contrasto alla violenza il passo è stato breve. Così è nato lo slogan che apparirà in tutte le vetrine: “Contro la violenza vince l’amore: fai un regalo con il cuore”.
In molti negozi della galleria verranno quindi esposti i quadri del Filo, assieme ad un’infinità di cuori a richiamare la festa degli innamorati, che poi è anche l’onomastico di Valentina. Il Filo di Arianna, di cui è l’indiscusso Capitano, è un movimento artistico e culturale che coinvolge 160 artisti, parimenti uomini e donne, che hanno rappresentato su opere e quadri il loro pensiero contro il femminicidio: nello scorso autunno in Galleria era stata esposta la loro opera “Donne al Muro”, condivisa con Amnesty International (che da quest’anno ha preso in carica da quest’anno il reato di femminicidio), consistente in una trentina di formelle in ceramica realizzate da altrettanti artisti varesini e dedicate ciascuna ad una donna nei vari momenti gioiosi della sua vita. Quest’opera è stata adottata dal comune di Busto Arsizio e verrà esposta in primavera sul muro della Caserma dei Carabinieri, quello che guarda verso il Tribunale.
In galleria Manzoni ormai i negozi – una quindicina – sono quasi tutti riaperti: «Ne mancano all’appello solo due, quelli davanti al mio – spiega la Grassi – ma è questione di poco, perché i lavori di ristrutturazione sono in corso. Tutti qui crediamo nel grandissimo potenziale di questo luogo e dobbiamo ringraziare l’ex assessore Longhini che ci ha permesso di rimettere in moto il nostro sogno di far tornare la galleria ai fasti di un tempo». La carismatica gemmologa, che vanta una cattedra di storia del gioiello al NABA, è milanese di origine. «Questo luogo, dai contorni così familiari, mi ha fatto ritrovare la mia Milano, che ho lasciato per amore. Qui ho voluto scommettere per la mia rinascita professionale e qui stanno rinascendo tanti altri negozi come la Casa del Disco, oggi Varese Dischi, fra coloro che esporranno slogan e cuori. Gli altri sono, in ordine sparso: Skipper, Too sisters (abbigliamento), Mille passi (scarpe), Claudio Coiffeur, Donato Vitullo, Abbigliamento Chiara, il Mercante di Caffè e la Gioielleria Arrighi nonostante sia fuori dalla galleria».
I lavori rimarranno esposti da metà settimana a San Valentino compreso. «Siamo una squadra – ricorda Valentina – ognuno con le sue idee, ma con uno spirito di condivisione unico. Ovunque è magia: a partire dai soffitti glitterati, sembra di entrare in un luogo incantato. E in effetti qui si creano rapporti e relazioni uniche: non manca mai il saluto quotidiano, l’aiutarsi a vicenda; passiamo anche l’aspirapolvere assieme! E’ l’amicizia ad alimentare questi corridoi. Vero è che non proprio tutti sono ancora riusciti ad entrare in questa rete: ma non dispero. Piano piano ci arriveremo». Non è un caso se proprio a questa deliziosa tessitrice di affetti e di cultura, il cui negozio al sabato pomeriggio diventa un crocevia di amici intellettuali, è capitato in dote di far rivivere un simbolo della socialità varesina. «E’ bellissimo vedere come la nostra gente sia tornata a camminare in Galleria» conclude. «E ogni tanto, al mattino, pare di sentire ancora Andrea Badoglio, fra i primi, convintissimi promotori della rinascita di queste mura, salutarci tutti prima di entrare a prendere il caffè al bar». Un ricordo struggente, per colui che nell’amicizia credeva davvero.