Un vero e proprio vocabolario per rendere accessibile e comprensibile a tutti il nascente mondo del fai da te digitale, per fornire : «Il terreno comune, lessicale e concettuale, a supporto appunto delle attività di progetto, riprendendone vocaboli e concetti con l’obiettivo di renderli facilmente consultabili e comprensibili a tutti».
È’ uno dei progetti al quale l’Università Carlo Cattaneo sta lavorando dal 2015 insieme ad un team multidisciplinare che comprende altri 6 partner europei che sono il dipartimento di Communication and Media Research dell’Università di Westminster, l’azienda Ab.Acus srl, il campus della Manchester Metropolitan University, l’hub olandese del Free Knowledge Institute, l’ente educativo Greco Amerikaniko Kollegio Anatolia ed il Politecnico di Milano.
Il progetto Digital Do It Yourself (DiDIY): «È un nuovo fenomeno socio-tecnologico, incentrato sui dispositivi digitali che supportano, spesso attraverso comunità online aperte, la convergenza di atomi e bit». Secondo l’Università: «Le tecnologie e le dinamiche sociali correlate a DiDIY permettono la prototipazione e la fabbricazione di manufatti a partire da specifiche digitali. Ciò può portare a nuovi scenari nei ruoli e nelle relazioni fra individui, organizzazioni e società, nei quali emergono di conseguenza opportunità ma anche minacce».
L’obiettivo del progetto finanziato dal Programma di Ricerca e Innovazione della Commissione Europea Horizon 2020, è quello di: «Produrre modelli solidi e linee guida per supportare sia la formazione sia nuove politiche sul DiDIY, inteso come un fenomeno in corso che, pur fondandosi sulla tecnologia, dovrebbe essere guidato e formato da strategie sociali e culturali, non tecnologiche». È stato avviato nel 2015 e ha una durata di 30 mesi, sta raccogliendo quante più informazioni possibili correlate a DiDIY e collaborando con altre persone, progetti e comunità interessate al Digital DIY, dagli insegnanti ai maker alla pubblica amministrazione.
Intanto il 9 febbraio all’Università Carlo Cattaneo si è tenuta la giornata di presentazione alla quale hanno partecipato circa 250 studenti. «I tre corsi di laurea di Economia, Giurisprudenza e Ingegneria – spiegano gli organizzatori – sono stati presentati attraverso lezioni e laboratori, per un primo assaggio della vita universitaria. Si è spaziato da “cosa significa essere manager e imprenditori nel XXI secolo”, alla simulazione di un processo penale fino alla “fabbrica del futuro” con la visita all’i – Fab, laboratorio di fabbricazione digitale, della LIUC».