Non tutti gli eroi indossano una maschera. Alcuni sono delle persone comuni dotati di grande umiltà e mossi solo dalla volontà di poter fare del bene alle persone, senza nulla in cambio, senza nemmeno conoscere il volto della persona aiutata. E questo è il caso di che sabato mattina ha fatto la sua 46esima donazione. Solo che Giulio è un giovane uomo di 31 anni e per la sua età 46 donazioni raccontano una storia fatta di volontà e costanza di ferro.
«Ho iniziato a donare per seguire l’esempio di mio papà. Quando ho fatto 18 anni lui era arrivato alla sua 64esima donazione e mi sembrava importante seguire le sue orme – racconta Giulio – È stata però una mia scelta e la porto avanti con il sorriso».
L’Avis è chiaro: l’intervallo minimo tra una donazione di sangue intero e l’altra è di almeno 90 giorni. Di norma, quindi, gli uomini possono donare sangue intero 4 volte l’anno. La prima donazione di Giulio è avvenuta nel 2004, poco più che diciottenne, e da allora non ha più smesso. «Ho compiuto 18 anni il 14 gennaio 1986 e quella di iniziare a donare è stata una delle prime scelte di maturità e responsabilità che ho voluto portare avanti. Solo che non è possibile donare nel momento in cui si decide di farlo. Bisogna prima fare gli esami di idoneità e poi si può partire. Due mesi dopo mi hanno dato l’ok: il 27 marzo 2004 ho fatto la mia prima donazione all’Ospedale di Circolo di Varese. Ai tempi il centro trasfusionale era dove c’è l’ingresso “vecchio” dell’ospedale, mentre ora l’hanno spostato nel Monoblocchino. Un’esperienza unica».
L’Avis è come una grande famiglia, e i soci si ritrovano per le celebrazioni più importanti e i riconoscimenti per le donazioni effettuate.
«Alla cena annuale non manco mai. Sono iscritto alla sezione Whirlpool di Cassinetta perchè era quella più vicina a casa mia quando abitavo a Travedona, ma sono rimasto fedele alla stessa anche quando mi sono spostato a Marchirolo. Dopo l’attestato di partecipazione ricevuto a 8 donazioni, mi hanno donato la spilla di bronzo raggiunte le 15, quella di argento per i 25 e quella di argento dorato per le 40».
«Non si dona per ricevere un premio, però fa piacere come ringraziamento – dice ancora Giulio – Le persone che donano però sono ancora troppo poche. Nel 2005 venni premiato a scuola per essere l’unico donatore dell’intero Ipsia di Varese. Venne addirittura , diventato poi presidente Avis a livello nazionale. Mi ero stupito di essere davvero l’unico. Alla fine è un gesto alla portata di tutti che può davvero aiutare qualcuno. Un gesto che, però, deve venire dal cuore»