«Per me è doveroso chiarire delle situazioni che, come al solito, vengono esposte in maniera non oggettiva» afferma il numero uno di Palazzo Borghi dopo la conferenza stampa di venerdì mattina del gruppo consiliare del PD.
Il primo punto da chiarire riguarda la Fondazione scuole materne «Se qualcuno incaricato di avvisare sull’aumento delle tariffe davvero non lo ha fatto, allora mi scuso con i genitori. Anche se mi riferiscono che nel corso dell’open day l’argomento sia stato toccato».
I conti in tasca sono facili da fare per il numero uno di via Verdi: «La Fondazione costa ad ogni cittadino gallaratese da 0 a 107 anni 20 euro ogni dodici mesi» e, entrando nel dettaglio, «gli utenti che usufruiscono del pre e del post scuola sono un centinaio: per chi sceglie una sola delle due formule l’aumento è di 20 euro, per chi opta per l’intero “pacchetto” si parla di 100 euro, ovvero 10 euro al mese, il costo orario di una baby sitter».
L’esponente del Carroccio è pronto anche a prendere decisioni scomode: «Dovremo mettere un tetto al numero di iscritti, garantendo però allo stesso tempo un servizio ancora migliore, grazie alla riduzione del numero di alunni per classe». Il numero di iscritti alle strutture del Consorzio infatti è superiore alla capacità degli edifici scolastici, una responsabilità imputata proprio alla passata amministrazione.
Sull’utilizzo del Casermone ci sono state molte proposte ed il primo cittadino per prima cosa vuole ricordare come «la passata amministrazione in cinque anni non si è mai seduta ad un tavolo con il Ministero e con il Demanio». I ritardi nella stesura del protocollo sono dovuti anche alla caduta del Governo Renzi ma questo non ha fermato il sindaco: «Settimana scorsa ho ancora sentito i nostri interlocutori al Demanio e mi hanno confermato che l’iter sta procedendo». «La voglia dei presidi di trasferirsi, sta a dimostrare quanto sia urgente la necessità di affrontare e risolvere un problema che Pignataro e i suoi non hanno mai preso in seria considerazione». Alla luce delle ultime dichiarazione, una domanda sorge spontanea: «Quali interventi hanno fatto per la scuola di Madonna in Campagna?».
Tra le “bufale” elencate da Giovanni Pignataro, c’era l’impossibilità da parte del sindaco di poter decidere a chi assegnare le case popolari. L’esponente leghista per confutare questa dichiarazione ed a sostegno della sua tesi, porta i dati dell’assessorato ai servizi sociali: «Sei alloggi su sei assegnati a cittadini italiani nel 2017 dimostrano che stiamo facendo quello che avevamo annunciato: meno case popolari agli stranieri». Un’agevolazione arriva anche dalle leggi statali in quanto «ora il cittadino extracomunitario deve dimostrare (con tanto di certificato dell’ambasciata) di non avere altre proprietà all’estero, ha drasticamente fatto calare il numero di presentazione delle domande».
Il risultato? «Le liste di attesa sono “più italiane e meno straniere”». Grazie all’aumento dei controlli effettuati dalla polizia locale nelle abitazioni comunali sono state individuate «persone che non ne hanno diritto» rendendo così nuovamente assegnabili gli spazi.
Un tema caro al politico di centrodestra è la sicurezza «Siamo assolutamente consapevoli che quando si parla di sicurezza c’è sempre qualcosa in più da fare. Che non è possibile accontentarsi e sedersi sugli allori». «Grazie al presidio in stazione e, da qualche settimana, in via San Giovanni Bosco, la percezione del livello di sicurezza è aumentata. I cittadini si sentono più protetti ed è quello che chiedevano, al di là dei dati provinciali sui reati». Cassani invita il capogruppo del PD a confrontare gli ordini di servizio della Polizia Locale con quelli dell’anno passato: «Sarebbe costretto a prendere atto della maggiore presenza degli agenti sul territorio. Solo questa mattina i vigili per le strade erano undici – conclude – non credo di sbagliarmi nell’affermare che non si sono mai viste così tante divise sulle strade: sono pronto a scommettere una cena con l’ex vice sindaco».
La decisione di Cassani di non voler continuare ad incentivare il rapporto con la Fondazione Exodus ha alimentato un fuoco mai domato e la sua risposta è perentoria: «Abbiamo già speso troppo parole su questo argomento: la mia posizione è chiara, non mi serve aggiungere altro».
Infine, il primo cittadino vuole chiarire che la mancata convocazione del Consiglio comunale e delle commissioni è causata da una situazione di difficoltà dovuta ad un «bilancio preventivo 2016, gonfiato alla voce “entrate” dalla passata amministrazione». Non un’immobilità dell’amministrazione di centrodestra ma ad una scarsità di risorse economiche o, come le definisce Cassani le «briciole» perchè oltre alle previsioni più che ottimistiche, «Pingataro e i suoi, nei sei mesi di loro gestione hanno utilizzato ben di più del 50% delle reali risorse economiche. Ora con il nostro bilancio cambieremo marcia. E questo non è uno slogan, è solo quello che faremo».