Andrea Diana il 19 novembre scorso si presentò in sala stampa quasi con gli occhi lucidi. Lui, coach esordiente in Serie A, dopo un inizio difficilissimo di campionato, aveva sbancato in pochi giorni prima il Pala Pentassuglia di Brindisi e poi il PalA2A di Varese. «Vincere su questo campo è un’impresa per noi», aveva dichiarato nella pancia del Lino Oldrini. A distanza di un girone, la sua Brescia e Varese si ritrovano di fronte: la cenerentola di Diana è arrivata fino alle Final Eight ed ora si trova a soli due punti dalla quota playoff.
Una stagione sorprendente, che lui commenta così: «Abbiamo avuto un impatto duro sulla Serie A complice anche un calendario difficile, ma me l’aspettavo. Dopo la sconfitta con Capo d’Orlando c’è stata un’inversione di tendenza, grazie alla straordinaria compattezza del gruppo. Abbiamo fatto quadrato e sono arrivate le prime vittorie dopo aver pagato lo scotto del noviziato. Di quelle due trasferte, quella di Brindisi fu una vittoria di rabbia, di reazione, mentre quella di Varese ci diede consapevolezza di potercela giocare con tutti.
Poi la ciliegina sulla torta è arrivata con la terza vittoria consecutiva, in casa con Reggio Emilia, abbiamo capito di essere una squadra vera». L’inizio difficile non ha mai realmente modificato gli obiettivi: «La differenza la fanno le persone, ed io sono circondato di persone capaci ma soprattutto intelligenti, e metto in testa la società. Nei momenti difficili si è stretta attorno alla squadra confermandomi la fiducia. La voglia di essere competitivi ha portato tutti a dare qualcosa in più, e quando le componenti sono unite e compatte, i momenti duri si superano».
Ed ora, di fronte alla Leonessa, una Varese totalmente diversa rispetto all’andata: «Sì, Varese l’ho trovata di recente una squadra molto diversa rispetto alla gara di novembre, Probabilmente il fatto di giocare una sola volta a settimana ha facilitato loro il compito a livello di energia. Quella che mettono ora sul parquet non è la stessa che si vedeva quando giocavano tre volte a settimana. Poi l’inserimento di Johnson ha dato qualità, mentre mi ha stupito molto la crescita di Anosike. Varese sta improntando la sua crescita sulle caratteristiche del suo allenatore, con una difesa aggressiva e tanta energia. Temo poi particolarmente il pacchetto delle guardie, Maynor, Johnson ed anche Eyenga, così come i due lunghi Pelle ed Anosike. Noi dovremo cercare di ovviare alle carenze di natura fisica impostando una partita tattica per compensare il nostro impatto fisico minore». Brescia-Varese sarà anche il testa a testa tra due generazioni di coach completamente diverse, il giovane ed esordiente Diana contro il marinaio navigato Caja: «Attilio è un allenatore di grandissima esperienza, uno di quelli che ne ha di più mentre io sono alla mia prima stagione. Cercherò di compensare con l’entusiasmo, trasmettendolo alla mia squadra».