La Ghost Night è da Record: nessun fantasma ma musica vera. E il Teatro del Popolo balla. Cinque anni fa per il decimo anniversario la Ghost Record, label varesina che promuove l’underground (grazie a dio) riempiva Bologna: 3 mila persone in piazza. L’altro ieri sera, per l’etichetta quasi pronta per il primo bacio (compie 15 anni), il bagno di folla è stato a Gallarate.
«Sì beh – spiega , una delle due anime, con di questo successo – sono passati i tempi, per fortuna, dove ti cercavano di più fuori dalla tua città che a casa tua». A Bologna c’erano Dente e Il Triangolo. L’altro ieri hanno incendiato il Popolo il dj-set pre e post concerto di Waxlife e il di Old Fashioned Lover Boy (ex ferroviere napoletano adorato in Usa e Uk) e Belize.
Sono gli artisti a ricordare a tutti i presenti «che senza fantasmi qui stasera non ci sarebbe musica», mentre l’omaggio più blasonato arriva con gli auguri della Warner Chappel all’etichetta varesina. Il resto è musica: «Non un lavoro, ma lo scopo di una vita per me e Giuseppe – dice Brezzi – era il 2002: siamo andati avanti senza troppi compromessi. In un Paese, il nostro, dove è ancora difficile lavorare con la musica. Dove la gente parla di baccano, di fastidio. Dove vuole dormire, riposare. Non c’è il concetto di intrattenimento. Manca cultura, manca il concetto di arte. Parlano di baccano. E non sanno cosa dicono».
Intanto sul palco si suona mentre in platea si canta. Bocche aperte, gole spalancate, le braccia si muovono e Spazioperso ti circonda. «È così – spiega Brezzi – la linea cardine che abbiamo seguito? Pubblicare ció che ci piaceva, non quello che avrebbe certamente venduto. E sì, è andata bene».
Nella storia della Ghost Record annoveriamo aneddoti bizzarri: gruppi australiani prodotti in vinile 7 pollici «perchè ci piaceva», con i dischi portati di persona «in alcuni negozi di Bologna che ancora ci dovrebbero pagare, ma fa niente, capita» spiega Brezzi. Tanta strada fatta in 15 anni: Oggi Ghost è una realtà editoriale che può vantare 49 album pubblicati, 36 gruppi e singoli dei quali 13 di Varese o provincia. Guardando avanti ha in catalogo 60 uscite e otto artisti attivi: e .
«In 15 anni abbiamo avuto grandi risultati – spiega Brezzi – musica venduta, musica scaricata, un ritorno per gli artisti che è la cosa più importante perchè se no non funzioni». Un viaggio di sola andata di successo verso gli Stati Uniti o l’Inghilterra persino il Giappone mercati discografici, duole dirlo,decisamente più evoluti di quello italiano. Insomma di motivi per montarsi la testa ne avrebbero avuti dal successo del disco dei Calibro 35 arrivato persino a Hollywood al cantautore Dente salito sul palco del Concertone del 1 maggio.
«È cambiato il modo di investire, ma si può continuare a farlo secondo le proprie possibilità e continuando proporre qualcosa di originale».Lo scouting quindi è fulcro di questo lavoro: «Si tratta di riconoscere il talento. Non sempre coincide coi gusti del pubblico, ma se siamo ancora qui vuol dire che funziona». E per i prossimi 15 anni? Brezzi non ha dubbi: «Investire su Varese. Siamo partiti da qui». E sono andati molto lontano.