«C’è un corpo segreto che è quello con cui in sonno agiamo, con cui agiamo senza saperlo, una sorta di coscienza invisibile. Dove ci muoviamo senza saperlo».
S’intitola, infatti, “Corpo segreto”, Lieto Colle edizione, il volume di liriche del poeta varesino , che sarà presentato in occasione dei “Risvegli di primavera” al Verderamo di Castello Cabiaglio, il prossimo venerdì 24 marzo, a partire dalle 19.30.
È il dodicesimo libro di liriche di Raffo che aveva esordito giovanissimo con “I giorni delle cose mute”.
Agli stessi anni risale l’amicizia con figure di primo piano nel panorama letterario italiano, quali Natalia Ginzburg, Maria Luisa Spaziani e Daria Menicanti, oltre a Margherita Guidacci e Paola Faccioli.
La sua attività poetica è proseguita negli anni Ottanta con la pubblicazione delle raccolte “Lampi della Visione” e “L’equilibrio terrestre”, fino ai più recenti “Maternale” (NEM) e “Al fantastico abisso”.
Sempre agli anni Ottanta risale l’approdo alla traduzione, con la pubblicazione di un’antologia di Emily Dickinson.
La traduzione della poetessa americana prosegue con due raccolte uscite presso l’editore milanese Crocetti e confluisce nelle 1174 poesie tradotte per il Meridiano Mondadori dedicato alla poetessa. Lo studio della Dickinson porta anche alla pubblicazione di un saggio, “La sposa del terrore” e una biografia, “Io sono nessuno”.
Ad oggi Raffo è uno dei più prolifici traduttori e studiosi di poetesse anglo-americane, fra cui Emily Brontë, Charlotte Brontë, Anne Brontë, Christina Rossetti, Edna St. Vincent Millay, Dorothy Parker, Sara Teasdale, Wendy Cope. Per Mondadori ha riportato alle stampe, dopo anni di silenzio, le poesie di Ada Negri, e Sibilla Aleramo. Nel 2012 ha curato la prima riedizione delle poesie e delle lettere della poetessa torinese Amalia Guglielminetti, a lungo ingiustamente dimenticate.
Da dove prende le mosse il suo “Corpo segreto”?
«Il riferimento è senz’altro a Steiner,- spiega Raffo – al “corpus sottile” con cui Dante Alighieri è stato in Paradiso, è un corpo segreto, che attinge ad una terminologia esoterica».
Come si distingue questa antologia dalla precedente “Veglia d’autunno”? «È un libro giocoso, segna una rinascita dello spirito vitale, rispetto alla precedente raccolta più malinconica, raccoglie la mia produzione, parte della mia grande produzione, che contiene oltre mille liriche inedite. Il volume raccoglie quindi parte della produzione lirica degli ultimi due anni, e le poesie sono riunite per suite. Una delle mie caratteristiche è infatti che i testi sono collegati tra loro».
Quali sono i temi ricorrenti?
«Senz’altro il tema memoriale, ho molto coltivato l’atmosfera memoriale nelle mie poesie, come “Alba del tempo”, “Stanchezza di Mnemosine”, che ha vinto anche il “Premio Cardarelli”, nella giuria Margherita Guidacci e Milena Milani».
Nella sua poesia si ritrovano riferimenti alla filosofia e alla classicità?
«La mia è la filosofia del “As if”, titolo che dà il nome ad una lirica, bisogna vivere facendo sempre questa premessa, come se, fai finta che. “Forse Dio non esiste, e la battaglia/che si combatte quotidianamente/è già persa in partenza,/quest’infelicità che ci travaglia/ è solo un fatuo gioco della mente”». Quando scrive poesie? «Non sono io che scrivo poesia, sono le poesie che mi visitano, quando sono solo, è come un campanello, un segnale che si accende in condizioni di pausa nella mia frenetica attività, quando vado a Roma, o a Salice terme, si accende la poesia che esige di essere ascoltata».