Legittimo impedimento del difensore: slitta al 21 giugno il processo a carico di Riccardo Bossi. Il procedimento a carico del figlio del Senatùr avrebbe dovuto aprirsi ieri mattina: tutto rinviato. Bossi jr è accusato di truffa e insolvenza fraudolenta per aver acquistato un impianto di illuminazione, pneumatici e accessori per la propria auto senza pagare il conto. Tutto è partito dalle denunce presentate da tre commercianti del Varesotto. Il titolare di un’officina ha accusato Riccardo Bossi di non aver pagato cerchi in lega,
pneumatici e accessori per la sua Audi dal valore complessivo di quasi tremila euro. Un altro commerciante ha lamentato il mancato pagamento di oltre settemila euro per l’installazione di un impianto di illuminazione nella sua casa. L’ultimo debito al centro del procedimento, 45 euro, è stato contratto con un benzinaio. Non è la prima volta in cui il primogenito del fondatore della Lega finisce nei guai per questioni legate a conti non pagati: in passato era stato denunciato dal titolare di una catena di gioiellerie di Busto Arsizio perché avrebbe acquistato gioielli firmati Bulgari e un Rolex senza pagare. In un’altra denuncia un benzinaio di Buguggiate lo ha querelato con un esposto ai carabinieri, sostenendo che il primogenito di Umberto Bossi non avrebbe pagato carburante per un valore di 1.300 euro. Nel noto processo in cui era accusato di appropriazione indebita dei soldi pubblici erogati alla Lega Nord, a Milano, Riccardo Bossi si era difeso dicendo che non si era mai rivolto al partito per avere quel denaro, ma l’aveva chiesto al padre, tramite la segretaria, perché pensava fossero «soldi di famiglia».