Fra i “dissidenti” nella maggioranza che hanno votato contro il Piano della Sosta, approvato giovedì in giunta, spicca il consigliere Mauro Gregori. Il battagliero esponente della lista Galimberti spiega le ragioni della sua opposizione interna partendo dalla considerazione che la vera azione coraggiosa sarebbe quella di pedonalizzare gradualmente il centro cittadino, chiudendo al traffico veicolare zone come via Robbioni e via Del Cairo, via Carrobbio e piazza della Motta, piazza Beccaria e via Vetera: argomento che aveva già
proposto in una delle prime sedute autunnali del consiglio comunale. «Ma ero rimasto inascoltato e mi era stato informalmente riportato che i commercianti erano contrari» spiega. «Si va dicendo che una delle motivazioni per cui è stato fatto il piano della sosta è quella di limitare l’afflusso di automobili nel centro cittadino per non inquinare e rendere la città più vivibile; non è così». La giunta ha individuato quattro zone del piano tariffario e orario: partendo dalla più costosa e interna per procedere verso l’esterno e le tariffe orarie inferiori, ci sono la zona rossa, azzurra, blu e verde. «I parcheggi blu diventeranno da 1200 a più di 3000: vengono triplicati i posti auto a pagamento. Aumentare il costo della sosta in centro a 2 euro l’ora e nel frattempo creare dai 50 ai 70 posti nella zona verde, non è ancora stato definito il numero esatto, a costo zero per mezz’ora , è una contraddizione assurda; anche far pagare 55 euro al mese ai lavoratori “colpevoli” di parcheggiare in zone periferiche come la via Maspero, o la zona intorno alla piscina comunale, favorire chi viene in città la sera facendo risparmiare 1 euro agli automobilisti, portare il costo del parcheggio di piazzale Kennedy (sottoutilizzato) da 3 euro al giorno a 80 centesimi l’ora, dare la gratuità del parcheggio in centro dalle 13 alle 14 e tanto altro, non sono altro che iniziative che si contraddicono tra loro, creano iniquità, dividono i cittadini in categorie: chi se lo può permettere e chi no» tuona il blogger di “Sporcizia e degrado”. «Chi pranza o cena non paga nulla, chi è colpevole di venire a lavorare a Varese da fuori viene penalizzato. Coloro i quali pagano 55 euro non usciranno più a mangiare e si porteranno la schiscetta che il Comune di Varese gli farà pagare; nel frattempo i negozianti non solo non avranno un vantaggio economico ma subiranno un danno».
Lungimirante sarebbe, al contrario, per Gregori, sperimentare una pedonalizzazione delle vie centrali nel fine settimana. «Se vuoi togliere auto devi rendere appetibile la pedonalizzazione. Via Robbioni e via del Cairo servono giusto per la ricerca di un parcheggio: chiuderle al traffico sarebbe un ulteriore passo per la riqualificazione. Gli esercizi potrebbero inventarsi servizi innovativi consegnando a domicilio la merce, come le pizzerie. Si arriverebbe da una parte in corso, dall’altra su via Sacco, che attualmente è sovradimensionata per quanto riguarda il passaggio di mezzi pubblici e di auto: non viene voglia di passeggiare, è un controsenso con i giardini in faccia. Bisognerebbe fare un viale alberato e allargare i marciapiedi come in corso Buenos Aires a Milano, che ha più o meno le stesse dimensioni; e collegarsi con un’immensa area pedonale interamente pedonalizzata, sempre nei fine settimana a titolo sperimentale, con piazza Monte Grappa, via Vittorio Veneto, via Morosini e la zona stazioni riqualificata assieme alla pista ciclabile prevista dal piano. Quanti turisti arriverebbero a Varese riempiendo questo enorme polmone pedonale? Un’infinità».