A duecento anni dal suo debutto, torna sul palcoscenico del Teatro Alla Scala «La Gazza ladra» di Gioacchino Rossini. Per l’occasione l’imprevedibile volatile spiccherà letteralmente il volo, sospeso a decine di metri sul palcoscenico e sarà interpretato dall’acrobata varesina Francesca Alberti. Ed è un debutto multiplo: per l’artista bosina, mai su un palco teatrale (e che palco!) prima d’ora, per la regia, affidata al maestro della settima arte Gabriele Savatores, per la prima volta alla Scala, e anche per la protagonista femminile, Rosa Feola, nei panni della serva Ninetta ingiustamente accusata di furto. A dirigere l’orchestra niente meno che Riccardo Chailly.
Domenica le prove generali, mentre mancano ormai poche ore alla prima di mercoledì sera. E l’emozione sale, soprattutto per l’artista varesina, quasi una seconda protagonista, sempre in scena nelle 3 ore abbondanti di spettacolo. La prima della Gazza Ladra alla Scala, il 12 aprile, sarà trasmessa in diretta radiofonica su RAI-Radio3 e sono previste otto repliche di cui la seconda, il 18 aprile, sarà ripresa e trasmessa in diretta televisiva, su RAI 5, e cinematografica il 18 aprile.
«La prima volta che sono salita sul grande palco della Scala pensavo che mi sarebbero tremate le gambe. Era una prova tecnica. Non ero nemmeno mai entrata alla Scala prima di allora – racconta – Però non ho avuto paura, anzi. Quel palcoscenico, proprio in virtù della sua storia lunga e importante si è rivelato accogliente, regalandomi un’insospettabile sensazione di familiarità che spero mi accompagni anche davanti al pubblico.
Sì tantissimo. Da uno a cento? Mille. Ma è giusto e bello che sia così, se non fosse emozionante non sarebbe il mio lavoro.
Difficile a dirsi. Dopo il liceo classico (il Cairoli, ndr) mi sono iscritta all’Accademia di Belle arti a Bologna, una delle città più all’avanguardia sul circo contemporaneo. Qui ho iniziato a frequentare dei corsi di acrobatica e ginnastica artistica e poi nel 2006 il primo corso di acrobatica aerea sui tessuti, al centro sociale Xm24, con un artista circense.
In effetti non me l’aspettavo. Un concatenarsi di eventi, frutto di un investimento personale. Finita l’Università ho seguito altri corsi di acrobatica a Milano, alla Piccola scuola di circo e al Laboratorio 4×4. Nell’ultimo anno ho deciso di puntare sull’acrobatica, sulle esibizioni e sull’insegnamento, alla scuola di Circo di Milano e allo spazio Kabum di Varese. In quest’ottica ho seguito un laboratorio di alto livello quest’estate sulla corda liscia, il mio attrezzo, per imparare a lavorare con un tecnico che mi tira su mentre sono appesa all’attrezzo.
Sì, perché pochi mesi dopo un collega della scuola di Circo che lavora alla Scala mi ha chiamata: cercavano proprio un’acrobata come me. Sono entusiasta si poter portare il circo all’interno di un’opera lirica.
La squadra è giovane e molto affiatata. Fondamentale per me il rapporto con il tecnico, , artista circense che mi ha aiutato molto con la tecnica e anche nella costruzione e nella scrittura dei movimenti. Fantastica la coreografa che ha curato la caratterizzazione del personaggio gazza. E mi sono trovata bene anche con Salvatore e il suo aiuto, Marina Bianchi.
Mi sarebbe piaciuto avere più tempo. La Scala ha una programmazione molto serrata, con tre spettacoli in contemporanea, quindi per le prove abbiamo girato altri due teatri e nel primo non c’era la possibilità di appendersi. Alcuni aggiustamenti tecnici alla fine li abbiamo fatti di notte. Ma ne è valsa la pena.
La corda è appesa a una graticola alta 30 metri e sono quasi sempre in scena, anche se non sempre in volo. Sono la gazza imprevedibile che scombussola i destino degli uomini. E questo mi piace.