Tre acquirenti per La Quiete. La proposta in tribunale

I sindacati hanno comunicato ai lavoratori i nomi dei promotori dell’offerta. Ma decide il giudice

Un gruppo formato da soggetti, interessato all’acquisto della clinica La Quiete. Questa la notizia, che era già stata annunciata l’altroieri dal consigliere regionale della Lega Nord Emanuele Monti, e che ieri è stata comunicata in via ufficiale dai sindacalisti al personale della struttura sanitaria.

«La certezza che oggi abbiamo – hanno detto in assemblea – è che una proposta, nero su bianco, è stata depositata in tribunale a inizio settimana, all’attenzione del giudice Miro Santangelo e della dottoressa Maria Cristina Marzoli. Ora, toccherà al giudice Santangelo decidere se tale proposta sia accettabile».

La cordata è composta dall’azienda Tbm Partecipazioni spa di Besnate, che si occupa del settore tessile, e sarebbe intenzionata all’acquisto dell’immobile de La Quiete. Mentre a gestire la clinica sarebbero gli altri due soggetti firmatari della proposta, ovvero la Fondazione Borghi di Brebbia e la Finister di Gerenzano.

Queste due si occuperebbero rispettivamente delle attività in ambito sanitario e sociosanitario della clinica.

Queste le comunicazioni dei rappresentanti sindacali, Cinzia Bianchi e Giancarlo Ardizzoia, durante l’incontro di ieri. Entrando maggiormente nei dettagli, i sindacalisti hanno comunicato che nella proposta di acquisto ci sono delle precise condizioni da parte dei potenziali acquirenti.

Ovvero che «la struttura sia libera da vincoli, e quindi che lo sfratto esecutivo venga eseguito, e che Ats Insubria e Regione confermino l’accreditamento della clinica per le attività».

Su quest’ultimo punto il consigliere Monti, presente ieri, su invito dei lavoratori, ha confermato «l’impegno da parte di Regione Lombardia, che non è mai venuto meno, come abbiamo dimostrato con le numerose iniziative di sostegno, come l’organizzazione della commissione Sanità in questi locali».

La Fondazione Borghi e la Finister avrebbero inoltre messo nella proposta la possibilità di prevedere a La Quiete 15 posti letto a testa, un’operazione che porterebbe la clinica ad avere un totale di 45 posti letto. Un’operazione che consentirebbe, come hanno spiegato i sindacati, «di dare continuità alla struttura e di garantire la salvaguardia della maggior parte dei posti di lavoro, secondo le intenzioni degli acquirenti». Al momento non è chiaro se tutti i lavoratori abbiano la possibilità di essere riassunti dalla nuova proprietà. Ieri si è parlato infatti solo della «maggior parte dei lavoratori». Ma su questo punto i rappresentanti dei dipendenti hanno intenzione di non mollare. «Nel momento in cui si concretizzasse tutto – sottolineano – chiederemo un incontro con i due gestori dei servizi sanitari e sociosanitari. Siamo convinti che, essendo strutture radicate su Varese, ci sia la possibilità per la salvaguardia di tutti i lavoratori».

Al momento, tuttavia, i due sindacalisti ci tengono a sottolineare come non ci sia ancora nulla di certo. La proposta è arrivata in tribunale. Se possa essere accettata o meno, sarà una decisione del giudice.

La Tbm è un’azienda leader nella tessitura, e ha acquisito diverse aziende del settore in provincia di Varese e non solo, arrivando ad avere stabilimenti anche nel resto dell’Italia.

La Fondazione Borghi e la Finister di occupano di servizi sanitari.

La seconda ha un centro di riabilitazione a Porto Valtravaglia, dove si occupano di riabilitazione polmonare in particolare.

Intanto, il 28 aprile scadranno i contratti a tempo determinato a La Quiete. Entro fine mese qualcosa dovrebbe muoversi.