Un omaggio a chi ha lottato per la dignità dei disabili

L’opera di Giuseppe Della Misericordia ripercorre le battaglie di Gabriella Bertini

Se oggi l’Italia è un paese sensibile al tema della disabilità, in parte lo dobbiamo a lei, Gabriella Bertini, una rivoluzionaria che ha combattuto per la conquista dei diritti delle persone disabili.

Sarà proprio la figura, coraggiosa e poco conosciuta, di Gabriella Bertini protagonista dello spettacolo teatrale scritto dal varesino Giuseppe Della Misericordia, pluripremiato drammaturgo, sceneggiatore e autore comico, “Volevo solo cambiare il mondo – omaggio a Gabriella Bertini”.

Il testo, premiato al Concorso di Drammaturgia “Teatro e disabilità”, andrà in scena il prossimo 5 maggio, al Complesso Vittoriano di Roma, per la regia di Vittorio Pavoncello, aiuto regia Olimpia Ferrara, con le attrici Arianna Ninchi e Laura Formenti, musiche di scena Rita Superbi, con percussioni giapponesi taiko, costumi Roberta Budicin, produzione Vita Indipendente Roma. Una donna straordinaria, amica di Don Milani, che ha scelto di combattere per «cambiare il mondo» dei disabili, una donna che ha deciso di lavorare, nonostante le difficoltà, di adottare un figlio, di promuovere l’abbattimento degli ostacoli e delle barriere, non solo architettoniche, per una vita migliore.

Per caso mi sono imbattuto in una foto di Gabriella e ne sono rimasto colpito. La didascalia diceva: la prima donna paraplegica italiana a guidare una macchina. Era il 1965 e la macchina era una 500 rossa. Ho quindi approfondito: ho contattato la famiglia, ho fatto interviste e letto documenti, ed ho scoperto una storia di lotta, di rivoluzione e di libertà. Gabriella è stata anche la prima donna disabile a lavorare ed è stata la prima ad adottare un bambino. Dai 13 anni, da quando si è ammalata, ai 18, è stata confinata in un letto, come si usava allora. Poi ha iniziato, accanto al marito Beppe, le sue molteplici lotte: per i diritti dei disabili, delle donne, degli anziani, contro la guerra. La più grande vittoria di questa donna è stata aver portato in Italia le Unità Spinali, cioè gli ospedali, già presenti in Europa, dedicati ai paraplegici.


Fino a pochissimo tempo fa in Italia i paraplegici non venivano praticamente curati. Dopo decenni di lotte forsennate, proteste, occupazioni di luoghi istituzionali, perfino uno sciopero della fame, le Unità Spinali si sono realizzate e Gabriella è arrivata a far parte delle Commissioni Ministeriali che hanno scritto il Decreto Cattin e la celebre Legge 104.


Non basta uno spettacolo per raccontare le lotte di questa donna mancata pochi anni fa. Ma la sua eredità è rimasta viva nel progetto di Casa Gabriella, una struttura in co-housing sociale collegata all’Unità spinale di Firenze, dedicata alle persone con disabilità che, a causa dell’invecchiamento, abbiano bisogno di analisi e cure, non necessariamente in regime di ricovero.

Sono molto contento che le associazioni promotrici abbiano deciso di metterlo in scena, ringrazio soprattutto Silvia Cutrera per averci creduto fortemente. Spero che il mio testo e questo spettacolo, oltre a far conoscere la storia di una donna che definire grande sarebbe riduttivo, possano contribuire alla realizzazione di Casa Gabriella, per la quale molte persone stanno lottando ancora oggi. Voglio citare a questo proposito e ringraziare Beppe Banchi e Anna Nocentini che mi hanno permesso di documentarmi per il lavoro di scrittura.


Dopo Roma lo spettacolo girerà in altri teatri italiani. Mi piacerebbe tantissimo, spero che si possa realizzare anche da noi, un territorio sul quale ci sono molti enti e associazioni sensibili a questi temi.