Legambiente si è presentata ieri all’Europarlamento di Bruxelles con i “campioni” italiani dell’economia circolare, per sostenere la necessità di un accordo ambizioso tra il Parlamento stesso e il Consiglio Europeo, affinché la riforma della politica comunitaria dei rifiuti divenga al più presto realtà.
Il direttore generale di Legambiente, Stefano Ciafani, e diversi rappresentanti delle migliori esperienze nella gestione dei rifiuti hanno infatti presentato al vicepresidente della Commissione europea, Jyrki Katainen, e all’eurodeputata Simona Bonafè, relatrice del pacchetto sull’economia circolare, l’atlante dei campioni dell’economia circolare, chiamato “#circulareconomy made in Italy”.
Si tratta del racconto dell’esperienza di 107 tra aziende, cooperative, start-up, associazioni, realtà territoriali e comuni, che hanno già investito su un nuovo modello produttivo e riciclano materie prime seconde che fino a oggi finivano in discarica.
Questo fa seguito all’approvazione a larga maggioranza che un mese fa l’Europarlamento ha fatto del cosiddetto pacchetto sull’economia circolare, adottando un testo che migliora la proposta avanzata nel 2015 dalla Commissione Europea, in particolare per quanto riguarda i target di riciclaggio al 2030, innalzati al 70% per i rifiuti urbani e all’80% per gli imballaggi.
È ora compito del Consiglio Europeo intraprendere la strada di una politica comune, che sia in grado di trasformare l’emergenza rifiuti in una grande opportunità economica e occupazionale.
Nelle parole di Stefano Ciafani, «è fondamentale che in sede di Consiglio l’Italia sostenga una riforma ambiziosa della politica comune dei rifiuti. Il nostro governo deve fare la sua parte affinché si realizzi quella che è una strategia moderna e sostenibile per uscire dalla crisi, senza nascondersi dietro le posizioni di retroguardia di alcuni stati membri, che contrastano gli obiettivi sostenuti dal Parlamento.
Serve adottare immediatamente nuovi obiettivi europei di riprogettazione dei prodotti e di prevenzione, riuso e riciclo dei rifiuti per ridurre gradualmente il ricorso al recupero energetico, per archiviare lo smaltimento in discarica e per essere meno dipendenti dalle importazioni di materie prime».
Secondo Legambiente l’Italia ha oggi tutte le carte in regola per fare da capofila nell’Europa dell’economia circolare, come emerge dalle 107 esperienze presentate nell’Atlante, esempi concreti di gestioni sostenibili dei rifiuti fondate su riciclaggio, raccolte differenziate domiciliari, tariffazione puntuale, riuso, prevenzione e innovazione industriale.
Giorgio Zampetti, responsabile scientifico di Legambiente, ha dichiarato: «L’Italia è stata conosciuta a livello internazionale per anni come il paese delle emergenze rifiuti, oggi però possiamo avvalerci di tante esperienze di successo praticate dai comuni, da società pubbliche e imprese private, che fanno della penisola la culla della nascente economia circolare europea, al centro dell’importante pacchetto europeo votato dall’Europarlamento poche settimane fa. Nel nostro Paese si devono però rimuovere gli ostacoli non tecnologici che frenano lo sviluppo di questo settore. Non è più procrastinabile la revisione della nostra legislazione in materia, ancora oggi inadeguata e contraddittoria: dalle norme sulle materie prime seconde, a quelle sul cosiddetto “end of waste” e sulla semplificazione delle procedure autorizzative per promuovere il riciclo di quello che viene raccolto in modo differenziato, evitando così la beffa che parte di questi flussi tornino in discarica».