Sport, memoria e solidarietà sono i tre pilastri su cui fonda il lungo fine settimana dell’oratorio della Kolbe. Il campo di viale Aguggiari nelle giornate di sabato 13 e domenica 14 maggio ospiterà la terza edizione del Memorial Pastore, il torneo di calcio a sette promosso in memoria di Mario Pastore, scomparso esattamente quattro anni fa mentre era in Australia, a causa di imprevedibili complicazioni di una malattia cardiaca, e del suo papà Raffaele, morto due anni prima, anche lui all’improvviso.
L’intero ricavato della manifestazione sarà devoluto alla Cardiologia pediatrica dell’ospedale Del Ponte.
Tutto è cominciato con una tragedia: il 25 maggio del 2013 Mario Pastore viene trovato privo di conoscenza nel bagno del ristorante dove lavorava, a Melbourne. Conosciutissimo a Varese, dove era stato barista in alcuni locali, Mario si trovava in Australi, dall’altra parte del mondo, per imparare l’inglese e fare un po’ di esperienza lavorativa all’estero. Un dolore enorme per la madre e le sorelle, in difficoltà anche sugli enormi costi per il rimpatrio della salma.
E Varese si rivela più generosa che mai. Gli amici di Mario fanno partire una raccolta fondi cui aderiscono conoscenti e non: «In quell’occasione Varese ci ha aiutato a portare a casa Mario con così tanto calore che alla fine erano anche avanzati dei soldi, la racconta la sorella, Manuele – Non avremmo potuto restituirli a ciascuno neanche volendo e così abbiamo pensato di restituirli alla città». Per farlo gli amici del ragazzo e i suoi parenti si consultano e la decisione è unanime: i soldi andranno in beneficenza alla Cardiologia pediatrica dell’ospedale Del Ponte «perché la patologia cardiaca di Mario gli era stata diagnosticata lì, quando era bambino – spiega Manuela – e perché i bambini sono il futuro. Ogni slancio è per loro».
E donare è bellissimo, contagioso, irrinunciabile. Così le sorelle di Mario e i suoi amici più stretti ogni anno si ritrovano e pensando a lui organizzano questo torneo di calcio alla Kolbe: lo sport che più gli piaceva nell’oratorio dove è diventato grande.
«Con umiltà ci mettiamo a servizio della comunità per proporre qualcosa di positivo, meravigliandoci ogni vota della partecipazione che la memoria di Mario riesce a muovere», raccontano le sorelle Manuela e Romina. Il loro ringraziamento va agli amici di sempre (Gianmarco, Alessandro, Giovanni, Valeria, Umberto – che quest’anno aiuta dal Messico dov’è in viaggio di nozze), agli sportivi e anche alle tante aziende della provincia che sostengono il torneo «e cui abbiamo chiesto di contribuire offrendo premi e intrattenimenti, per un gestione economica che fosse il più trasparente possibile», precisano le sorelle. Tra le novità di quest’anno l’intrattenimento pomeridiano offerto dagli animatori della Cri per i bambini.
«Mio papà, proprio come Mario, aveva la capacità di mettere in relazione persone le più diverse tra loro, in maniera positiva. Costruendo ciascuno una rete fitta di amicizie e affetto che abbiamo capito e scoperto davvero solo dopo la loro morte. Una rete che si mantiene viva grazie a questo torneo», racconta Manuela.