«La verità è libertà». La dirigente dell’Is Falcone di Gallarate Marina Bianchi ha scandito, ieri mattina, più volte queste parole dal palco del Teatro Condominio Vittorio Gassman durante l’incontro con gli studenti degli istituti superiori della zona in occasione del 25esimo anniversario della strage di Capaci dove il giudice Giovanni Falcone fu ucciso, con la moglie e la scorta, in un “vigliacco e feroce attentato di mafia”. L’incontro, in un teatro gremito di giovani attenti, arriva al termine di un percorso che gli studenti del Falcone hanno portato a termine nelle ultime settimane e che li ha portati in Sicilia «sulle
orme dei veri eroi». Una lezione unica di antimafia e legalità che ieri ha visto intervenire durante il dibattito due oratori unici: il procuratore aggiunto di Busto Arsizio Giuseppe D’Amico e il pubblico ministero minorile Annamaria Fiorillo. Alle loro spalle la celebre fotografia che ritrae Falcone e Borsellino sorridenti uno accanto all’altro. «Si ha come l’impressione oggi che Falcone sia diventato una sorta di santino – ha detto D’Amico – un simbolo lontano di cui ci si ricorda agli anniversari. Non è così. Se oggi la Sicilia lotta. Se oggi abbiamo strumenti per combattere la mafia. Se oggi lo Stato è più attento a questo fenomeno lo dobbiamo lui. E agli uomini come lui». D’Amico non ha risparmiato nulla. Ha ricordato quello Stato che allora «lasciò solo il giudice Falcone. Che consapevole che lo avrebbero ucciso è andato avanti “le ultime parole che ha pronunciato sono state: io credo nello Stato».
In uno Stato che «lo aveva criticato. E c’è stata anche una parte della magistratura che lo ha fatto». Ma lo Stato in cui credeva Falcone «era uno Stato fatto di istituzioni giuste e legalità – ha detto D’Amico – uno Stato capace di combattere l’antiStato: la mafia. Quello che sceglie le scorciatoie ma che può essere battuto. E batterlo dipende anche da voi». Fiorillo nel suo intervento ha ripreso il clima avverso, anche in seno allo Stato, in cui Falcone ha operato: «Questa foto – ha detto – è truccata. Falcone stava fumando e la sigaretta è stata fatta sparire. Perché insomma non era un’immagine istituzione. Mentre oggi si parla di legalizzare l’uso di marijuana – ha detto il pm senza nascondere una certa ironia – Falcone indossava un bellissimo orologio di marca, regalo della sua compagna. Via anche quello perché, accidenti, era pubblicità. Un trucco che badava alle apparenze ma non alla sostanza. Cosa avrebbe tolto una sigaretta al lavoro straordinario di quest’uomo? E allora state sempre attenti ai trucchi. Guardate soltanto all’essenza delle cose». Quindi ha guardato la foto e i ragazzi e ha detto: «basta una generazione per cambiare le cose. Bastano 20 anni per battere questo fenomeno. Non abbiamo fatto un grande lavoro, adesso tocca a voi. Siate cittadini migliori, guardate sempre alla verità. Per battere il fenomeno ci volete voi».
Quindi la premiazione.
Michela Bertoglio della 3CT ha vinto il premio come miglior lavoro grafico al concorso indetto per la realizzazione dell’annullo filatelico per la ricorrenza del 25esimo anno della strage di Capaci. Le due cartoline sono state ideate da D’Angelo Mirco, Femia Federica e Francesca Zonca che si sono aggiudicati il premio come miglior lavoro fotografico.