«Via Ranchet? Documenti sull’agibilità entro lunedì»

Nello stabile di Madonna in Campagna, frazione di Gallarate, ci sono 104 profughi anziché 40: «Norme e patti vanno rispettati»

– «Aspetto i documenti entro lunedì: se non arriveranno, prenderemo provvedimenti» afferma il sindaco dopo che nella mattinata di ieri i rappresentanti di ATS si sono recati nella struttura di via Ranchet per fare un punto della situazione.

L’oggetto del contendere è il numero di profughi ospitati nei locali di proprietà della Kb e dalle condizioni igienico-sanitarie in cui vivono. La società che si occupa della gestione dell’arrivo dei profughi a Gallarate infatti, dovrebbe ospitare nell’edificio di Madonna in Campagna un numero massimo di 40 persone mentre, ad oggi, se ne contano 104.

Un esubero di 64 unità che non era stato comunicato al sindaco che ha dichiarato di aver appreso la notizia solo a mezzo stampa e solo a cose ormai definite. «A novembre avevamo fatto una richiesta per capire a che titolo e per quanto tempo le persone ospitate da Kb sarebbero rimaste a Gallarate – dichiara il numero uno di Palazzo Borghi – Ad oggi ancora nessuna risposta».

Proprio questa mancanza di risposte e la facilità con cui la società Kb ha nascosto l’arrivo di nuovi ospiti nella struttura preoccupa il capo dell’amministrazione: «Ci sono delle norme e dei patti da rispettare – precisa – I controlli effettuati servono proprio a vigilare che nei locali sia tutto in regola». La parola d’ordine è quindi vigilare.

Un punto su cui Cassani non transige e che, anche alla luce delle preoccupazioni dei cittadini emerse dopo che Kb ha acquistato all’asta l’ex Ricamificio Zibetti, diventa fondamentale. «Hanno dichiarato che in via Doria non realizzeranno un ulteriore centro di accoglienza – continua Cassani – Controlleremo anche questo aspetto. I cittadini sono stati chiari, non vogliono che l’ex ricamificio diventi un nuovo punto di incontro per i profughi».

Le decisioni sono rimandate all’inizio di settimana prossima quando i responsabili di Kb dovranno far recapitare sulla scrivania del sindaco la documentazione che attesti l’agibilità dello stabile. «Ad oggi la normativa prevede che sia sufficiente anche un’autocertificazione – sottolinea il capo della giunta di centro destra – Se però autocertificano il falso, ne dovranno rispondere loro direttamente».

La palla passa quindi nelle mani del gestore di richiedenti asilo. Intanto il numero dei firmatari della petizione di mercoledì aumenta di giorno in giorno: «Ci hanno definiti insensibili – dichiara A.M. di Sciarè – ma devo dire che non è proprio così. Il nostro rione ha già i suoi problemi, una struttura del genere credo che rischierebbe soltanto di aumentarli ancora di più».