Il giovane Birø tra i grandi della musica indie. E Varese conquista anche il popolo del Mi Ami

Il cantautore varesino sabato sera sul palco del Festival in scena al Circolo Magnolia di Milano. Qui la nostra intervista

Le emozioni che scorrono tra le corde della chitarra. Il tremolio delle dita sulle manopole del mixer, la voce ferma, tesa ma chiara, e la gola che invece vorrebbe urlare.

La bella storia di sul palco Raffles del Mi Ami, il più grande Festival italiano di musica indipendente, parte da qui, dalle emozioni, pure, vere, sincere. Quelle che il varesino ha saputo mettere in un progetto originale e diverso, dove il sound chill out e adrenalinico dell’elettronica fa da colonna sonora ai racconti e alle emozioni, appunto, di un ragazzo che racconta che cosa vuol dire essere giovane, tra casini mentali, droghe, amori e quotidianità. Dopo aver sognato, lavorato, picchiato i denti sui marciapiedi, alla fine Birø è arrivato dove voleva: tra i grandi.

Sì, perché al Circolo Magnolia, dove va in scena il Festival, hanno suonato i grandissimi: Carmen Consoli basti a far capire la portata, il prestigio e il livello di una tre giorni musicale che fa registrare migliaia di spettatori ogni anno. Quello di Birø è un progetto cento per centro fatto e confezionato a Varese, grazie al lavoro dell’etichetta varesina Rc Waves. Quello compiuto ieri sera è stato un piccolo grande passo per la Città Giardino, che ha trovato spazio nel cuore della più florida scena musicale italiana, ma è stato sicuramente un grandissimo passo per Birø. Suonare al Mi Ami, davanti al pubblico che trovi solo ai grandi concerti. Un evento magico insomma. E noi abbiamo voluto sapere tutto.

Niente giri di parole: è stata una figata. Sono salito sul palco con l’idea di cantare senza la tensione dei primi live ed è andata davvero alla grande. Con Mattia Tavani, che ha suonato con me, siamo stati molto carichi e concentrati e ci siamo divertiti moltissimo.


È indescrivibile. È stato qualcosa di pazzesco. Soprattutto perché ho alzato la testa e ho visto gente che non avevo mai visto in vita mia che cantava le mie canzoni. Queste sono grandi soddisfazioni, in quei momenti pensi: “sì, sto facendo qualcosa che piace davvero”. È stato magico. Sono entrato al Mi Ami per la prima volta cinque anni fa e già allora sognavo di poter arrivare a fare questo show. Esserci riuscito è forse uno dei più grandi risultati a cui sono arrivato per il momento. Ed è stato un onore rappresentare Varese, la mia città.


Quando ho visto gente che entrava dai cancelli e si fermava subito al mio palco mi sono gasato. Ancora di più, però, quando, a fine live, ho parlato con un paio di fan che mi hanno fermato per farmi i complimenti. Sono venuti addirittura da Bergamo per sentirmi dal vivo: che cosa si può chiedere di più?


L’idea adesso è quella di continuare a fare live per tutta l’estate. Fortunatamente sul web “Incipit”, il mio album, sta andando forte ma non solo: c’è stato un grande riscontro anche di pubblico perchè ogni data che faccio la gente compra dischi, si interessa, scrive a me o alla Rc Waves per chiedere notizie e di suonare, proprio come al Mi Ami. Sarà un’estate intensa. Che cosa farò dopo? Mi chiuderò in studio per lavorare alla continuazione di “Incipit”.

Direi di sì. Dal punto di vista musicale sarà sempre in bilico tra elettronica e cantautorato, che è la strada che voglio continuare a percorrere. E sarà poi la continuazione della storia iniziata con “Incipit”: il viaggio non si ferma insomma. Ma mi fermo qui: ci saranno anche delle sorprese ma, per ora, acqua in bocca.