Botte in carcere a Monza tra detenuti: alla sbarra sono finiti anche due cittadini della provincia di Varese. Si tratta di due uomini, uno di 35 anni domiciliato a Cuveglio e l’altro, sempre di 35 anni, domiciliato a Casale Litta. Insieme ai due varesini, nei guai è finito anche un terzo soggetto, di 34 anni e domiciliato a Nova Milanese. La presunta vittima del pestaggio è un uomo di 34 anni residente a Cinisello Balsamo.
Nel 2012 tutti e quattro si trovavano all’interno della casa circondariale di Monza. Ieri mattina in udienza ha parlato l’operante della casa circondariale che si è insospettito notando la presunta vittima con un occhio nero. «Ho notato l’occhio tumefatto – ha raccontato l’operante – Era una ferita piuttosto evidente. Ha detto che era caduto accidentalmente, ma mi sono insospettito. Sembrava invece il frutto di un’aggressione. All’inizio non ha voluto dire niente, forse per non essere considerato un infame da parte degli altri ospiti dell’istituto, ma nei giorni successivi ha raccontato quello che era successo. Disse che era stato aggredito per uno scherzo non gradito, comunque per motivi molto futili».
Secondo la versione dell’operante la posizione più rilevante nell’ambito del pestaggio sarebbe quella del 35enne di Casale Litta. «Ci ha raccontato di essere stato colpito violentemente anche con un bastone. È stato quello che si è accanito di più, ma anche gli altri hanno partecipato all’aggressione anche se in maniera più marginale. Era molto spaventato. Durante il consiglio di disciplina tutti hanno ammesso le loro responsabilità».
La faccenda è stata discussa ieri mattina davanti al giudice del tribunale di Monza, Angela Colella. La Procura di Monza, invece, è rappresentata dal Vice Procuratore Onorario, Cristina Kluzer. Si torna in aula nelle prossime settimane quando potrebbero essere ascoltati anche gli imputati e la parte lesa. Secondo la ricostruzione investigativa la presunta vittima, anche lui detenuto, che sarebbe stato colpito a calci e pugni, e percosso con un bastone della scopa, riportando ferite guaribili in pochi giorni, all’interno del carcere svolgeva l’incarico di lavorante delle pulizie.
Le circostanze probabilmente saranno chiarite nelle prossime udienze.