Palaghiaccio a Beata Giuliana, respinto il ricorso al Tar della Vip Immobiliare: la sentenza dà ragione su tutta la linea al Comune. Ora la società che si era aggiudicata l’appalto per il completamento e la gestione del Campus sportivo avrà tempo fino a metà luglio per tentare un eventuale nuovo procedimento di fronte al Consiglio di Stato. Altrimenti il Comune avrà mani libere per il completamento dell’opera.
Era attesa già da più di un mese la sentenza del tribunale amministrativo in merito al ricorso della Vip Immobiliare, per opporsi all’annullamento in autotutela del provvedimento di aggiudicazione della gara con conseguente decadenza della stessa (dato che non c’erano altre offerte), stabilito lo scorso mese di novembre dopo aver scoperto che la “cauzione provvisoria” presentata dalla società di Gallarate a garanzia dell’offerta economica proposta, era una fidejussione falsa.
Una circostanza, quest’ultima, ammessa dalla stessa Vip, che si è detta «raggirata da terzi, nei confronti dei quali la ricorrente ha sporto denuncia-querela» e che ha provato a far passare la versione del «sacrificio sproporzionato» ai propri danni, per assenza di altri concorrenti in gara, e «inutile», perché nel frattempo è stata presentata la garanzia definitiva. Ma si tratta di motivazioni «irrilevanti» per la prima sezione del Tar della Lombardia, presieduta da Angelo Del Zotti, che nella sentenza dichiara «infondato» il ricorso, e pertanto lo respinge.
Per i giudici amministrativi, «applicando le coordinate giurisprudenziali alla fattispecie di cui è causa, la stazione appaltante ha legittimamente deciso di annullare in autotutela l’aggiudicazione». Inoltre, la cauzione provvisoria falsa equivarrebbe ad una cauzione inesistente, la cui «mancata produzione costituisce ex se una causa di esclusione espressamente prevista dal disciplinare di gara».
A Palazzo Gilardoni l’esito della sentenza è stato comunicato in coincidenza con la pubblicazione da parte del Tar. Ma il sindaco Emanuele Antonelli si è limitato a prenderne atto, accogliendo il fatto di essersi visti riconoscere la piena correttezza degli atti intrapresi dopo aver scoperto la fidejussione falsa, e a comunicare ufficialmente l’esito del procedimento, a loro volta, alla controparte. La Vip Immobiliare, che a questo punto ha trenta giorni di tempo per potersi rivolgere, eventualmente, al Consiglio di Stato, per chiedere la revisione della sentenza.
Da Palazzo Gilardoni intanto arriva un secco «no comment» sulla vicenda: si attende la metà di luglio, quando si saprà se sul caso l’amministrazione potrà avere mani libere per intervenire (con i due milioni di euro che la Provincia di Varese aveva devoluto ancora disponibili) oppure dovrà aspettare altri mesi per la sentenza definitiva del Consiglio di Stato.