Un serial killer nel braccio della morte, una donna scomparsa da dieci anni, un numero ricorrente, il 29, e un artista, rinomato, di New York, ossessionato da un unico, definitivo capolavoro: ecco gli ingredienti thriller del romanzo “Caino” di (Cairo editore) che verrà presentato oggi, a partire dalle 18.30, all’interno della kermesse dei Giardini Letterari di Villa Toeplitz. Si tratta del secondo romanzo, dopo il bestseller internazionale “K – I guardiani della storia” e “K
– Nel mare del tempo” di Elisabetta Cametti, classe 1970, da vent’anni nel mondo dell’editoria tra Milano e Londra. Stavolta “la signora del thriller italiano”, come è stata battezzata dalla stampa, originaria di Gattinara e ospite fissa di Mattino Cinque, opinionista di casi di cronaca, si è dedicata ad una vicenda di alta tensione, dove il mondo dell’arte si incontra con macabri e sconvolgenti delitti. Basta leggere il prologo, claustrofobico e avvincente, per restare stregati da questo romanzo. Il giusto pizzico di vanità e la speranza di soldi facili fanno incontrare Linda Long con l’Artista che deciderà il suo destino.
«Le aveva mostrato le proprie opere d’arte. – si legge nel romanzo – Nudi di donna immortalati su tele enormi, dove la fotografia sfumava nella pittura e si alternava all’uso di materiali diversi. Si era detto attratto dalla tonalità mediterranea della sua pelle e le aveva offerto cinquecento dollari: voleva che posasse per lui. Lei aveva accettato, fingendosi interessata solo perché i suoi disegni erano appesi in gallerie rinomate e citati su decine di cataloghi. In verità, non aveva mai visto tanti soldi tutti insieme. Era arrivata a New York da una settimana e quell’incontro le aveva fatto sperare che la vita cominciasse a sorriderle».
Che cosa c’è di più puro dell’arte e dell’acqua? Ma la morte inizia dagli animali, dall’orrore della mattanza delle foche in Groenlandia, dove è volata Veronika Evans, una discussa fotoreporter delle nobili cause, «i barboni sui marciapiedi, la gente che muore di fame, i quartieri malfamati».
Dall’eccidio delle foche, la giornalista viene chiamata da Fisher, nomen omen, il capo del Detective Bureau, che ha bisogno di lei a New York; alla Public Library, sotto i leoni di pietra, è stato ritrovato il cadavere di una donna, seduta, truccata, in abito da sera. Veronika passa quindi molto presto dall’assassinio della foche a quello delle donne ma il passaggio non è privo di inquietudine: lo sgomento che prova le fa torcere le mani, cercando di mettere in ordine ciò che si trova fuori posto, mentre nella sua mente le voci dei cacciatori e le crude immagini di sangue si mescolano alla foto che ritrae la ragazza uccisa. Morti che si rivelano estremamente femminili e una fotoreporter alla ricerca di “Caino”, come il detective Fisher chiama l’omicida, «il primo assassino della storia, colui che non si è mai pentito e non ha mai chiesto perdono a Dio. L’uomo nel cui sangue scorre il veleno iniettato a Eva dal serpente e che ha generato una dinastia di violenti».
La scia degli omicidi, nel frattempo, si allunga e il messaggio, benché indecifrabile, è assai preciso. E collega Caino con un noto serial killer del passato, il “Sarto”, che si trova nel braccio della morte, in attesa dell’iniezione letale. Mentre si allungano le ombre anche sulla Biennale di Venezia, un numero sembra acquistare sempre più rilevanza, una data che si trasforma in una minaccia a New York, contro cui Veronika Evans cercherà, con tutte le sue forze, di combattere.