La loro forza è che sono unici. A partire dal nome, : una parola non italiana ma greca, che non spiegano mai durante i concerti perché «sarebbe bello se la gente andasse a curiosare per conoscerci».
Un’unicità che spiazza, un’unicità che colpisce dritto in faccia e che, per forza di cose, rapisce. E incuriosisce. Per le idee che li contraddistinguono, per gli intenti, che hanno quel sapore di autenticità che oggi, nell’epoca dei colossi musicali e delle major, suonano anacronistici. Ogni band è unica, i Mallakes però, lo sono un po’ di più. Mattia Pellegrini, Tanos Kollias, Andrea Zannin e Davide Ceriotti sono i membri del gruppo centro per centro varesino, nato quasi un anno fa tra le bellezze del nostro territorio.
Quelle stesse meraviglie che hanno ispirato la loro prima vita. Sì, perché il 9 giugno hanno pubblicato il loro primo album “Racconti Paralleli”, ma prima di quella fatidica data, i Mallakes facevano qualcosa di nuovo. Qualcosa di unico, appunto.
«Dopo la fine del vecchio gruppo, i Borderline Travel- spiega la band – eravamo rimasti senza un batterista. Così ci siamo dedicati all’arte del videoclip. Il nostro obiettivo era quello di usare il video per valorizzare il nostro territorio riempiendo i silenzi con le nostre canzoni. Abbiamo girato video nella torre di Mesenzana oppure sopra Maccagno o ancora in luoghi bellissimi che la nostra provincia regala e tiene in serbo». Con il tempo la voce e la qualità musicale unite alle bellezze territoriali del Varesotto hanno conquistato il web spingendo il gruppo a trovare un quarto membro per portare il proprio progetto live per la provincia.
«Tante persone hanno apprezzato quanto proponevamo e ci hanno chiesto di suonare live. Così dalla nostra vita precedente di band da studio siamo passati a suonare in giro, in locali e feste e così abbiamo pensato anche di realizzare il nostro album». Un disco dal gusto rock dove i brani, tutti originali e scritti dal gruppo, raccontano di storie, esperienze, amori, emozioni in cui «ognuno di noi può ritrovarsi. La nostra idea è che tutti possano rispecchiarsi all’interno di queste canzoni che abbiamo pensato come “aperte” a chiunque».
Unici, si diceva. Mettere la propria musica al servizio del nostro territorio è qualcosa che, fuor di retorica, non succede davvero molto spesso, anzi. Ma l’unicità dei Mallakes la si tocca e la si respira anche quando spiegano quelle che sono le loro ambizioni. Concerti in stadi strapieni? Fiumi di gente impazzita con le loro magliette addosso? Pazzi che si tatuano il loro nome sugli avambracci? Non scherziamo.
«Un obiettivo lo abbiamo raggiunto con il nostro primo album che è stato interamente autoprodotto sia per registrazione sia per la pubblicazione. La nostra vera ambizione, però, è quella di riuscire a farci conoscere per quello che siamo e per la nostra musica. Senza sbruffoneria: siamo una band che scrive la propria musica e i propri testi, vorremmo che la gente godesse del nostro prodotto che è un prodotto “nostro” al 100%. Oggi un album non è di un cantautore o di un artista, sono tutti assoggettati alle case discografiche o ai produttori. Noi ce ne sbattiamo le palle, vogliamo fare la nostra musica. Vorremmo essere apprezzati per la nostra libertà».
Giusto per inciso, nemmeno noi vi diciamo che cosa vuol dire Mallakes. Andate a scoprirlo. E a scoprire questa band.