Un parco inclusivo, dove bambini normodotati possono giocare insieme a bambini affetti da disabilità, a disposizione dei più piccoli e delle famiglie di Gavirate, è stato inaugurato, nei giorni scorsi, all’oratorio del paese. Un’opera resa possibile dalla generosità dell’associazione “Con Andrea”, fondata a Gavirate dai genitori, dai parenti e dagli amici di , scomparso nel 2008 a causa della leucemia.
Meno di un anno dopo i genitori di Andrea, e , con il fratello assieme ad altri famigliari e amici hanno inaugurato l’associazione con la missione di sostenere opere di carità, assistenza sanitaria ed educazione a favore delle persone e in particolare modo dei giovani. L’oratorio gaviratese era di fatto sprovvisto di un vero parco giochi da mettere a disposizione delle centinaia di ragazzi che ogni giorno lo frequentano, in particolare d’estate durante l’oratorio estivo. Non certo scelti a caso i colori dominanti del nuovo parco; il verde e il marrone, ovvero i colori degli alberi simbolo della vita. Attorno ai vari giochi, sono state posate delle panchine, per favorire la socializzazione tra le famiglie.
Un’opera bellissima, frutto del lavoro di squadra e della generosità nata attorno al progetto dell’associazione “Con Andrea”; il progetto del parco inclusivo è stato redatto da Gustavo Fazzini, padre di Andrea. Anche i bambini e i ragazzi hanno partecipato attivamente alla realizzazione del parco, armati di carriole di sabbia e rastrelli. Ciascuno ha dato il proprio contributo secondo le proprie possibilità e capacità.
«È la migliore risposta a coloro che sostengono che il volontariato non esiste – afferma Natalina Giuliani, la mamma di Andrea – tutto questo non sarebbe stato possibile senza Andrea; questo parco inclusivo è stato fatto grazie a lui». Recuperato anche un vecchio gioco presente nel parco e non più utilizzato che era stato realizzato in memoria di , la storica cuoca dell’oratorio. Grazie al lavoro dei volontari è rinato il Castello di Rita, un’attrazione pensata per i bimbi più piccoli; «perché le cose passano, ma le memoria delle persone resta» conclude Natalina.