Daniele Zanzi: «Via i violenti dalla città»

Dopo la rissa di lunedì mattina in via Morosini, torna d’attualità il tema della sicurezza. «Daremo un Daspo a chi infrange le regole, ma sui più giovani le famiglie devono tornare a fare il loro lavoro»

«Via i violenti da Varese». Dopo la rissa in via Morosini parla Daniele Zanzi, vicesindaco di Varese e assessore alla Sicurezza. Che spiega: «nuovo regolamento di polizia locale in vigore a breve. Ci consentirà di “daspare” chi si rende protagonista di fatti simili allontanandolo per un periodo prolungato dal luogo dove il fatto è stato commesso» e aggiunge: «sottolineo che purtroppo cose del genere accadono in tutte le città d’Italia. E sono sintomo di una disgregazione sociale e della perdita di valori fondamentali. Le istituzioni intervengono, ma sta alle famiglie il compito principale di educare i ragazzi in modo corretto».


Da inizio luglio entrerà in vigore il nuovo regolamento di polizia locale che ci consentirà di allontanare per un periodo prolungato chi si rende protagonista di questi o altri fatti contrari alle norme. Avremo uno strumento in più, uno strumento che ci auguriamo possa essere preventivo. È una sorta di Daspo: i violenti fuori da Varese. E poi continueremo a fare quello che già stiamo facendo: gli agenti di polizia locale hanno dimostrato tempestività, professionalità ed efficacia risolvendo la situazione. E in generale tutte le forze di polizia svolgono un ottimo lavoro.

Questo caso è stata un’eccezione. C’erano degli adulti. C’era addirittura un genitore che avrebbe dovuto accompagnare il figlio a fare denuncia per l’accaduto invece di comportarsi come si è comportato. Detto questo è vero, si tratta soprattutto di ragazzini. Io credo sia un sintomo di un deterioramento sociale in crescendo.


Noi stiamo lavorando di concerto con l’assessore ai Servizi Sociali Roberto Molinari per cercare di andare incontro ai ragazzi che vivono le situazioni più disagiate. Per fare capire a questi giovani che così facendo si rovinano il futuro. E per cosa? Per niente. Una condanna per rissa resta per tutta la vita. Ti potrà un giorno pregiudicare un posto di lavoro. E tantissime altre cose. Ma quello che le istituzioni possono fare è limitato. Anzi non spetta alle istituzioni intervenire in maniera pesante in quest’ambito: spetta alle famiglie. Che tornino a fare le famiglie.

Ripeto è così ovunque purtroppo. A chi mi dice: dieci anni fa la situazione era diversa rispondo: dieci anni fa anche la società era diversa. Oggi affrontiamo problematiche nuove. Dobbiamo confrontarci con questo. Non c’è un vero termine di paragone. Per nuovi problemi, stiamo studiando nuove soluzioni. E non sposo la teoria della Lega in base alla quale sono l’unico a parlare di sicurezza a Varese in questa amministrazione.

Nel senso che sono certo non serva chiamare l’esercito o militarizzare Varese. La partita si vince su altri fronti.


Quello del ritorno ad un’educazione vera in famiglia, come ho detto. Voglio avere una visione ottimistica di Varese. E stiamo cercando di spingere la parte sana della società, che è la maggior parte di questa città, a riprendersi le zone lasciate in balia del sottobosco. Spingendo le persone ad uscire di casa. Organizzando eventi che portino i varesini a frequentare tutte le zone cittadine. Quando chi segue le regole inizia a frequentare una zona, chi non le segue se ne va. Il nostro obbiettivo è fare in modo di portare i varesini a riprendersi la città per davvero.