«Imprenditore e presidente dalla visione lungimirante, un esempio da seguire ancora oggi». Così il senatore e sette volte sindaco di Busto Arsizio , neo-novantenne, ricorda la figura di Flavio Sottrici, primo presidente della Liuc-Università Cattaneo di Castellanza e primo presidente dell’Unione Industriali della Provincia di Varese, che è scomparso all’età di 87 anni nella notte tra venerdì e sabato e di cui si celebreranno le esequie oggi pomeriggio alle 14, nella chiesa parrocchiale di Sant’Edoardo.
«Flavio Sottrici è stato un grande presidente, un uomo che ha visto lontano – il ricordo di Rossi, che era sindaco nel 1986 quando l’imprenditore del settore cartario e tessile prese le redini dell’Unione Bustese Industriali, conducendola alla fusione con l’associazione industriali di Varese – Era un periodo molto fortunato per Busto Arsizio, una città che esprimeva delle personalità che avevano una visione lungimirante: i risultati si sono visti, ora speriamo che le attuali generazioni della “classe dirigente” sappiano imitarci».
Ma la figura di Flavio Sottrici è legata anche ad altri due ricordi ancora molto vivi, nella memoria di Gian Pietro Rossi, di quei formidabili anni 80 per Busto Arsizio. Uno gli è tornato alla mente proprio ieri, in occasione dell’open day di Hupac al terminal di Busto Arsizio, avviato ai confini della città proprio negli anni in cui Rossi era sindaco e Sottrici presidente dell’Ubi: «Capì immediatamente l’importanza di un progetto che guardava al futuro» dice oggi Rossi di Sottrici. L’altro lo aveva ricordato proprio qualche giorno fa in occasione del suo novantesimo compleanno. E Gian Pietro Rossi lo racconta spesso, visto che è uno dei maggiori crucci della sua carriera politica, quello di non essere riuscito a portare a Busto Arsizio l’università.
Quando Sottrici, che da presidente dell’Unione Bustese lanciò il “progetto università” che poi si concretizzò nella Liuc di Castellanza, gli raccontò di essere «andato in Comune a Busto Arsizio a presentare la sua idea, chiedendo la disponibilità di un’area per realizzarla, e gli amministratori di allora gli risposero che in quel momento non avevano niente da offrirgli. Così si perse un treno e l’università finì sette chilometri più in là».
Era il periodo in cui lo stesso Rossi era rimasto fuori dalla giunta comunale: «Sottrici me lo disse sinceramente dispiaciuto, perché sapeva quanto ci tenessi a portare l’università in città» racconta oggi il senatore.
La storia dirà poi che l’Univa di Sottrici ebbe la possibilità di mettere le mani sull’ex-Cantoni di Castellanza.