L’addio di Pozzetto e Boldi a Paolo Villaggio: un legame nato nel tempio della comicità meneghina e proseguito per quasi 50 anni.
«Ho perso un caro amico» è la sintetica risposta che, profondamente addolorato, ha dato ieri a chi gli ha domandato un ricordo del grande attore, scrittore e comico. Si erano conosciuti alla fine degli anni Sessanta al “Derby”, dove avevano debuttato insieme come ha sottolineato lo staff dell’attore lavenese su Facebook, scrivendo: «Addio ad un grande della comicità, che debuttò con Cochi e Renato nel 1968, e che era un grande amico del nostro Pozzetto. Lo Staff si stringe alla famiglia Villaggio e manda loro le nostre condoglianze. Un gigante che ci mancherà».
Quando ancora non erano celeberrimi divisero le assi di quello storico palco nell’epoca d’oro del cabaret, al cinema furono complici sul set de “Le comiche”, nel 1990 e nei seguenti “Le comiche 2” del 1991 e Le nuove comiche del 1994.
La frequentazione seppur non assidua è proseguita nei decenni successivi, diventando sempre più rara poiché Paolo viveva a Roma e Renato a Milano. Villaggio aveva confessato qualche anno fa quanto Pozzetto, in assoluto, fosse la persona che l’aveva divertito di più e di avergli invidiato il successo al cinema di “Per amare Ofelia” finchè lui stesso non ebbe successo con Fantozzi.
Anche ha affidato ai social, Facebook e Twitter, il proprio saluto per comico genovese. Il messaggio è laconico: «Ciao #paolovillaggio Fratellone mio». Massimo è stato tra i primi a rendere omaggio all’uomo e all’artista, accompagnando il post con un breve video che ritrae insieme i due attori, protagonisti insieme a Lino Banfi, della pellicola “ Scuola di ladri”, girato nel 1986. Boldi ha più volte raccontato di avere un legame di gratitudine con Paolo, come ricordò anche 5 anni fa al Premio Chiara: «Villaggio mi ha dato una grande opportunità. Con Cochi, Renato e Jannacci mi hanno aiutato a entrare in questo mondo. Insieme a Corbucci insistette per farmi lavorare e ho iniziato una carriera che non avrei mai immaginato». Quando Massimo Boldi approdò al Derby era un timido batterista: «Fu Paolo ad insistere per farmi lavorare e presentare al pubblico, per ciò gli devo dire grazie».