Il ragazzo d’oro della Pro Patria Ginnastica
torna dai campionati italiani Fisdir con cinque medaglie d’oro e una d’argento al collo. «È davvero bravo, ci ha messo molto del suo» l’orgoglio di mamma . Dopo le medaglie della scorsa estate ai Trisome Games di Firenze, le “Olimpiadi” riservati agli atleti con sindrome di down, “Ricky” guarda al “sogno olimpico” di Tokyo 2020. «Anche se le loro competizioni non saranno ammesse direttamente nel programma a cinque cerchi, la prossima edizione dei Trisome Games si terrà in concomitanza con le Paralimpiadi».
Riccardo Maino ha 18 anni, ha la patente («la sua più grande vittoria» ammette mamma Marinella), fa il volontario della Croce Rossa tra turni in pediatria e dai clochard, alterna le giornate all’oratorio come animatore e qualche ora di lavoro dal papà, in attesa di iniziare a settembre il quinto anno di liceo artistico, quello che porta alla maturità, dopo che quest’anno è stato promosso con la media del 6,95.
«Allenamenti? No, fino a settembre solo un po’ di pesi» ammette. Lo scorso novembre era stato festeggiato in Comune dal sindaco Emanuele Antonelli per il suo diciottesimo compleanno, dopo aver portato a casa dai Trisome Games di Firenze un oro, un argento e due bronzi. Dopo aver conquistato quattro medaglie in settimana alle gare della Ginnastica in Festa a Rimini, domenica ai campionati italiani Fisdir (Federazione Italiana Disabilità Intellettiva Relazionale), non ha avuto rivali: cinque ori (parallele, cavallo, anelli, corpo libero e volteggio), più un argento nella sbarra.
«Meglio di Jury Chechi – sorride Riccardo, che ha già avuto l’onore nei mesi scorsi di conoscere il suo idolo – Il sesto oro? Potevo chiudere in bellezza, ma lasciamo qualche soddisfazione anche agli altri».
Ormai nella bacheca delle coppe e delle medaglie che ha in camera non c’è più posto per altri trofei, tanti ne ha vinti negli ultimi otto anni. Un grande grazie, da parte della mamma di Riccardo, va alla società di ginnastica, la Pro Patria Bustese Sportiva e in particolare il suo allenatore Paolo Pozzi: «Lui ci mette i muscoli, la Pro Patria ci mette la tecnica». Mamma Marinella è molto orgogliosa di quello che è riuscito a fare suo figlio. «Ci ha messo molto del suo, è davvero bravo» dice. Ma Riccardo la guarda e ribatte: «Mai quanto la mamma…».
Ora c’è il sogno olimpico da inseguire: la speranza è che nel 2020 i Trisome Games possano confluire nel programma delle Paralimpiadi di Tokyo. «Ma in ogni caso – rivela la madre di Riccardo – i Giochi saranno a Tokyo in concomitanza con le Paralimpiadi».