«Andrebbe rispedito a casa sua a calci nel sedere» il commento del governatore di Regione Lombardia Roberto Maroni. Ma i volontari che operano con i richiedenti asilo di via dei Mille invitano la città a «non aver paura».
Il fatto che il trentenne nigeriano, che martedì sera si è messo a vagare completamente nudo tra piazza Manzoni e via Magenta, aggredendo e provando a derubare alcuni passanti (uno di loro, un algerino di 41 anni, è finito anche al pronto soccorso con una spalla lussata), prima di essere fermato da sei militari dell’Arma dei Carabinieri facendo ricorso allo spray al peperoncino, e quindi arrestato, fosse un ospite del centro di accoglienza straordinaria di via dei Mille,
non ha fatto che esacerbare le polemiche. «Rispedirlo subito a casa sua (a calci nel sedere) con divieto perpetuo di rimettere piede in Italia: questo dovrebbe fare un governo serio» il tweet, senza giri di parole, del presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, a commento della notizia riportata dall’agenzia Ansa. Durissima la reazione del vicesindaco Stefano Ferrario, che era appena rientrato dal vertice dal Prefetto con gli amministratori leghisti quando è venuto a sapere del caso: «È una violenza che la nostra città non merita. Questo esagitato avrebbe potuto aggredire una famiglia, un giovane, un bambino. Busto non è abituata a questi episodi che non appartengono alla storia e alla cultura della nostra città e non lo sarà mai». Ferrario concorda con il governatore Maroni e auspica «un rimpatrio immediato» per il nigeriano, ma non rinuncia ad alzare i toni dello scontro politico: Questo è il risultato della gestione ridicola del problema dei profughi di un governo illegittimo. Altro che interrogazioni del Pd sui migranti. Contrasteremo ogni nuovo arrivo con ogni mezzo che la legge ci permetterà. E chiederemo anche che il centro di via dei Mille sia monitorato più attentamente».
Per Matteo Sabba, tra i fondatori del movimento Busto Grande, che sostiene la maggioranza, è ora di avviare «procedure immediate di riconoscimento dello status di rifugiati, consegnando i documenti d’identità a chi ne ha diritto e spostando gli altri nei Comuni dove i sindaci si sono dimostrati contenti di accogliere». Il referente cittadino di Fratelli d’Italia Francesco Attolini punta il dito contro il Pd: «Chiedano umilmente scusa alla cittadinanza per aver difeso questi distinti signori ed esprimano pubblicamente una forte condanna di quanto avvenuto, altrimenti vuol dire che a loro va bene assistere a queste scene di ordinaria follia e sono da ritenere complici e conniventi di questi comportamenti incivili e che non appartengono alla nostra città e alla nostra Nazione». Ma il gruppo dei volontari del doposcuola di Itaca dell’oratorio San Luigi, da un paio d’anni impegnato con i migranti, invita la città a non avere paura degli ospiti di via dei Mille: «Per loro carta d’identità equivale alla possibilità di uscire una volta per tutte dallo stallo in cui sono costretti a vivere. È il loro modo per affermare la loro presenza in una città che spesso preferisce fare finta di non vederli».