Il Canada è campione del mondo under 19: all’Italia dei miracoli non riesce l’ultimo della serie, quello che le avrebbe consegnato un oro luccicante come non mai. Poco male: il cammino della selezione di coach Andrea Capobianco, la prima ad entrare tra le migliori quattro squadre al mondo dal lontano 1991, risplende di luce propria.
A Il Cairo, nell’ultimo atto della manifestazione di categoria, finisce con un perentorio 79-60 a favore dei nord americani, favoriti d’obbligo della finale non fosse altro per aver spazzato via gli Usa (le cui nazionali cestistiche complessivamente considerate non perdevano una gara ufficiale da sei anni) in semifinale. Troppo atleticamente dotati i vari Barrett (eroe contro gli Stati Uniti in semifinale: 38 punti) , Kigab e compagni per la compagine azzurra, costretta ad “apprezzare” le peculiarità fisiche dei canadesi fin dalla palla a due.
Pronti via, infatti, e il parziale si fa subito tosto per Bucarelli e sodali, che finiscono subito sotto 14-4 e poi 24-10 al suono della prima sirena. Se qualche tiro da tre ben preso e segnato sembra riuscire a tenere a galla i nostri under 19, i veri problemi si evidenziano in difesa e a rimbalzo: l’atletismo degli avversari è piuttosto anarchico ma completamente debordante e si manifesta sia nelle carambole (71-46 l’eloquente dato finale della statistica) conquistate sotto i tabelloni, sia in penetrazioni che tagliano come il burro la retroguardia italiana per arrivare fino al ferro.
Tutto considerato, il -15 (51-36) del 20’ è quasi un lusso per gli uomini di Capobianco, le cui residue speranze tuttavia svaniscono al rientro sul parquet. Se è vero che il Canada (alla fine 18 di Barrett, con 12 rimbalzi, 12 di Kigab e di Darling) rallenta il suo ritmo offensivo, è nell’attacco azzurro che si evidenziano stavolta le paturnie: le percentuali tragiche (al 40’ sarà 29% dal campo per l’Italia, con il 16% da 3) frustrano ogni tentativo di rimonta. Lo svantaggio si mantiene sempre nell’ordine dei 20-25 punti, anche in un ultimo quarto che va in archivio solo per le statistiche. Pur nella pesante sconfitta da evidenziare le prove di Okeke (14 punti e 10 rimbalzi) e di Penna (12 e 3 assist), punte di un collettivo (Bucarelli e Oxilia finiscono nel quintetto ideale della manifestazione) che merita in ogni caso gli onori più grandi per il sorprendente percorso che è riuscito a compiere. Concluso con un argento comunque storico.