– Una cena per raccogliere fondi mirati a sostenere un progetto di ricerca che «valorizza i volontari, l’eccellenza nella ricerca del nostro territorio, i talenti varesini ma soprattutto punta a curare i malati. E questa è l’argomento principale». Avis e Fondazione Tes, insieme per potenziare la medicina rigenerativa. Una cena benefica, quella promossa dalla sezione Avis di Solbiate Arno «in collaborazione con Avis sovracomunale» spiega , presidente nazionale uscente di una delle realtà più importanti in Italia nell’ambito del volontariato, che lunedì, alle 20, davanti a dell’ottimo cibo nella sala della Comunità di Solbiate raccoglierà fondi «per la ricerca sulla medicina rigenerativa».
Sgombriamo il campo da stereotipi che agitano spettri etici: la ricerca non ha nulla a che vedere con embrioni o pecore clonate. Nulla di tutto questo. «Avis ha sposato questo progetto non soltanto perchè come associazione diffusa in modo capillare su tutto il territorio nazionale ha una forte capacità divulgativa – spiega Saturni – ma soprattutto perchè la ricerca oggi in Italia va sostenuta. Dal volontariato. Con ogni mezzo. Questa, tra l’altro, è una ricerca che viene portata avanti da giovani talenti varesini. Lo fanno aderendo allo spirito del volontariato. È straordinario, ma i costi ci sono».
C’è un protocollo firmato da Fondazione Tes e Università dell’Insubria. Obiettivo è quello della medicina rigenerativa. «I nostri donatori donano sangue – spiega Saturni – è la vita, ovviamente. Ma c’è di più ad esempio le piastrine. Sono quelle che quando una persona si taglia permettono la coagulazione. Il che è giusto. Ma c’è altro. Esiste un processo di cicatrizzazione delle ferite. Di ricostruzione dei tessuti. In soggetti anemici, ad esempio, questo processo di cura, di guarigione, è difficile. A volte impossibile».
E questo è il punto al quale mira la ricerca, ancora in fase sperimentale: piastrine in grado di rigenerare tessuti. Di cicatrizzare. Di far ricrescere. Di sostituire. Senza passare dagli embrioni. «È questo – spiega Saturni – che chi parteciperà alla cena di lunedì andrà a sostenere. Il punto è la cura. Curare chi è ammalato. Che è la finalità di Avis, che è la finalità dei nostri volontari». Non solo: «È una ricerca tutta varesina. Il nostro territorio – aggiunge Saturni – ha la possibilità di esprimere un’eccellenza. Senza bisogno di andare dall’altra parte del mondo. Qui, adesso. Valorizzando i nostri talenti nella ricerca. Si parla tanto di fuga di cervelli all’estero. Ecco noi non crediamo di poter invertire il fenomeno, ma da qualche parte dobbiamo cominciare. E Avis ha scelto di cominciare da qui. Da Varese».
La ricerca potrebbe avere applicazioni in grado di cambiare la qualità della vita dei pazienti. «Penso ai diabetici, ad esempio – conclude Saturni – a quelle ulcere croniche che si formano sulle gambe. Difficilissime da guarire. Che a volte possono portare all’amputazione di un arto. La ricerca potrebbe trovare una cura. Potrebbe trovare un modo per guarire queste ulcere. Ecco perchè non soltanto è importante esserci lunedì, ma anche perchè organizzeremo altri eventi per promuovere questa ricerca, per informare i cittadini».