Berlino, 19 ago. (Apcom) – La sudafricana Caster Semenya ha vinto la
medaglia d’oro nella prova degli 800 metri piani femminili ai
Mondiali di atletica leggera di Berlino. La diciottenne Semenya,
al centro di polemiche e sospetti e sottoposta dalla federazione
internazionale (Iaaf) ad un controllo che dovrà accertare il suo
sesso, ha dominato e vinto la finale con il tempo di 1’55″45.
Secondo posto in 1’57″90 e medaglia d’argento alla kenyana
Janeth Jepkosgei Busienei, terzo posto in 1’57″93 e medaglia di
bronzo alla britannica Jennifer Meadows. L’azzurra Elisa Cusma ha
chiuso solo al sesto posto: la ventottenne bolognese ha
completato i due giri di pista in 1’58″81.
Riflettori puntati sulla dominatrice della corsa: lineamenti, voce, fattezze e muscolatura
da uomo, con dubbi avanzati sul suo reale genere sessuale anche
dalla federazione internazionale (Iaaf), la diciottenne
sudafricana Caster Semenya. “Vuoi vedere cosa c’é
qua sotto?”. Si dice che la Semenya abbia risposto così ad un
solerte benzinaio sudafricano che aveva messo in dubbio la sua
femminilità vedendola entrare nei bagni riservati al gentil sesso.
I dubbi però non sono riconducibili solo all’aspetto esteriore,
ma anche a quanto da perfetta sconosciuta la Semenya ha combinato
ai recenti campionati nazionali, quando ha abbassato addirittura
di sette secondi il precedente record sudafricano sulla distanza
portandolo a 1’56″72, la miglior prestazione dell’anno.
“Telefonate pure alle sue compagne di stanza a Berlino, l’hanno
vista in doccia, lì non si può nascondere niente”, dice ai
giornalisti l’allenatore della Semenya, Michael Seme. La stessa
federazione sudafricana ha fatto sapere che non avrebbe mai
mandato al Mondiale un’atleta senza essere sicura del sesso.
Anzi, il responsabile per i rapporti con la stampa Ethel Manyaka
ha ricordato ai giornalisti che a Berlino esistono altri casi di
sesso sospetto, come per la mozambicana Maria Mutola, la kenyana
Pamela Jelimo, la tedesca Ariane Friedrich e altre russe e
ucraine.
Cep
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