– Motivo di orgoglio o fonte di preoccupazione? Che il primario della Chirurgia 1 Gianlorenzo Dionigi decida oppure no di accettare il posto di (e la promozione a) professore associato all’Università di Messina, solo il fatto che abbia vinto quel concorso scatena in Ospedale reazioni contrastanti, che mettono a confronto punti di vista speculari. Da un lato l’orgoglio per aver generato professionisti apprezzati anche lontano da casa, dall’altro la preoccupazione di perdere validi specialisti, come testimoniala lettera inviata in redazione da Giorgio Arca, papà di un bimbo ormai trentenne, Federico, nato con una rarissima patologia e salvato per due volte proprio da Dionigi.
Le ragioni dell’orgoglio sono argomentate dal direttore generale Callisto Bravi: «Se i medici che si formano negli ospedali varesini sono tanto bravi da meritare posti di primissimo livello anche in altre realtà, non possiamo che esserne orgogliosi» afferma il Dg con riferimento anche al professor Boni, che ha lasciato il Circolo a Febbraio per dirigere un reparto del Policlinico di Milano. «Medici eccellenti ne abbiamo tanti, alcuni restano, altri vanno, ma l’importante è continuare a formarle queste eccellenze».
E a sostenere questa tesi è arrivata, proprio in questi giorni la conferma che «stando ai parametri del Ministero dell’Università e ricerca, abbiamo raggiunto i requisiti per aprire altre due scuole di specialità in Geriatria e Medicina di urgenza», afferma Bravi. Certo è presto per festeggiare. Perché un conto è avere i requisiti, ma altra cosa è aprire le specialità: «La decisione – ricorda Bravi – spetta solo al Ministero. Ma è l’ennesima testimonianza del buon lavoro e della crescita operata dall’Asst Sette Laghi».
«Certo che di medici bravi ce ne sono ed io che sono qui da trent’anni, ma sempre di più sono nella situazione di doversene andare», scrive nella sua lettera il papà Giorgio Arca. E il riferimento non è solo a Dionigi, cui è legata la storia del figlio, e al professor Boni che è appena andato via. Citate nella lettera ci sono altre situazioni di tensione: «La primaria dell’Urologia pediatrica Lilia Reali è stata di fatto demansionata con la recente riorganizzazione –
racconta – mentre la Cardiologia Pediatrica, che si è salvata grazie ad una petizione e alla resistenza del primario Alessandra Stifani che non si è mai arresa». E anche agli oltre 24mila cittadini che firmarono quella petizione e all’assessore regionale Gallera si rivolge Arca «perché non possiamo perdere anche il professor Dionigi – scrive – Se i medici migliori vengono messi in secondo piano cercheranno lavoro altrove e gli ospedali di Varese diventeranno un deserto». L’anno scorso Arca, assieme ad altri genitori, ha fondato la pagina Fb «Dall’oncoematologia alla pediatria, un Del Ponte dicoraggio ed eccellenza» che conta oltre mille membri: «Chiediamo che i nostri professionisti vengano considerati in base al valore e che vengano messi in condizione di svolgere al meglio la loro professione, affinché rimangano al loro posto e i nostri ospedali varesini non vengano costantemente impoveriti e svuotati».