Tutto come (ampiamente) previsto. Chris Froome non sbaglia e vince il Tour de France, il quarto in carriera per lui e il terzo consecutivo (2013-2015-2016-2017). Solo Vincenzo Nibali nel 2014 è finora riuscito ad intervallare il suo dominio.
Sostanzialmente, una vittoria mai realmente in discussione per l’uomo di punta del Team Sky, che ieri nella cronometro di Marsiglia ha tenuto fede alle attese rimpinguando il margine tra sé e i diretti avversari. Sul secondo gradino del podio sale Rigoberto Uran, che torna tra i primi tre di un grande giro dopo tre anni di digiuno (nel 2013 e nel 2014 fu secondo al Giro). Si salva, per un misero secondo, l’enfant de paix Romain Bardet, che conserva la terza posizione dalla furiosa rimonta di Mikel Landa.
Si conferma quinto Fabio Aru, che disputa una discreta cronometro ed esce da questa Grand Boucle con un risultato onorevole, che conferma grandi margini di ulteriore crescita per il 27enne dell’Astana. Un Tour in cui comunque Aru ha fatto sognare, vestendo per due giorni la maglia gialla: è stato l’unico corridore esterno al Team Sky a vestire la maglia di leader in questa edizione. L’unico che abbia provato veramente, perlomeno nelle prime due settimane, ad interrompere l’egemonia dei britannici. Sulle Alpi gli si è spenta la luce, complice anche qualche problema fisico, ma ciò non toglie nulla alla sua dignitosa prestazione complessiva.
Sul traguardo atipico all’interno dello Stadio Vélodrome di Marsiglia, vince con grande merito Maciej Bodnar, polacco della Bora-Hangrohe, che si riprende con gli interessi ciò che gli era mancato il 12 luglio scorso sul traguardo di Pau: allora, dopo una fuga lunga tutta la giornata, Bodnar venne ripreso a cento metri dal traguardo dal gruppo in volata, e vinse Kittel. Un successo che giunge per un piccolo secondo ai danni di Kwiatkowski, uno degli uomini più in forma di questo Tour de France. Terzo proprio Chris Froome, a sei secondi. Il britannico entra sempre più nell’olimpo del Tour de France e del ciclismo: con quattro successi supera in classifica Luison Bobet, Greg Le Mond ed il belga Philippe Thys, fermi a tre.
Sale così in solitaria a quota quattro vittorie, restando da solo all’inseguimento di leggende come Miguel Indurain, Bernard Hinault, Eddy Merckx e Jacques Anquetil, che di vittorie complessive ne hanno cinque. Piaccia o no, il più forte sulle strade francesi al momento è lui. Oggi è prevista la passerella sugli Champs Elysees di Parigi che chiuderà anche questa edizione numero 104 della Grand Boucle, e che regalerà l’ultima chance ai velocisti.
1. Bodnar (Pol) in 28:15, 2. Kwiatkowski (Pol) a 0:01, 3. Froome (Gbr) a 0:06, 4. Martin (Ger) a 0:14, 5. Impey (Rsa) a 0:20, 8. Uran (Col) a 0:31, 15. Landa (Spa) a 0:51, 22. Aru (Ita) a 1:16, 52. Bardet (Fra) a 2:03.
1. Chris Froome (Gbr) in 83h55:16; 2. Rigoberto Uran (Col) a 0:54, 3. Romain Bardet (Fra) a 2:20, 4. Mikel Landa (Spa) a 2:21, 5. Fabio Aru (Ita) a 3:05, 6. Daniel Martin (Irl) a 4:42, 7. Simon Yates (Gbr) a 6:14, 8. Louis Meintjes (Rsa) a 8:20, 9. Alberto Contador (Spa) a 8:49, 10. Warren Barguil (Fra) a 9:25.
Micheal Matthews (Aus)
Warren Barguil (Fra)
Simon Yates (Gbr).