Ha un sogno americano all’orizzonte la storia di Camilla Tisi, 34 anni, nata a Torino e varesina per “colpa” dei viaggi di lavoro di papà. Un sogno che seguirà la falsariga su cui è impostata la sua brillante carriera, da qualche tempo indipendente dopo una lunga gavetta fatta di grandi nomi con cui collaborare, viaggi, sudore e un’agenda ribollente di appuntamenti: coniugare musica e moda, due passioni diventate lavoro. Facendolo in un centro del mondo di arti e culture tuttavia ancora “vergine” al fashion: Los Angeles, Usa.
«Con buona pace di Trump e delle nuove regole per ottenere un visto, ora ho davvero deciso di compiere il grande passo – confessa Camilla, sorridendo e indirizzando ogni parola con due occhi che si rivelano vispi e perennemente incuriositi da ciò che li circonda – A Los Angeles ci sono stata per la prima volta nel 2009 e ho subito percepito qualcosa di diverso nell’aria rispetto a tutti i posti dove ero stata prima. E’ un terreno fertile, da conquistare con idee innovative». Nella fattispecie quelle formate da una parabola professionale che merita un passo indietro.
Nella Città Giardino la giovane Tisi arriva a 12 anni, a seguito di un padre sempre in movimento tra Italia ed estero. Primo passaggio decisivo: si iscrive alla Scuola Europea iniziando a respirare quell’aria internazionale che poi la indirizzerà nel prosieguo. Laurea in Bocconi e occasione colta in Calzedonia, nel 2009, con il compito di creare campagne pubblicitarie, fare casting e viaggiare da una parte all’altra del globo terraqueo. E’ la strada giusta, talmente giusta da fruttarle – dopo due anni – la chiamata del famoso fotografo Michelangelo Di Battista, intenzionato ad averla nella sua Management Artist come casting director: «Si trattava di andare a Parigi – ricorda Camilla – Non ho potuto far altro che dire ciao al mio passato e partire. A questa scelta sono seguiti quattro anni meravigliosi, a contatto con grandi marchi come Tods, Vogue e Blue Girls, un’esperienza faticosa e ricca di responsabilità».
Si arriva al 2015 e alla decisione di fondare la “To The Moon Studio”. Il lavoro è lo stesso imparato sul campo, ma il contorno del “fashion” nel frattempo è cambiato: «Al professionista del settore veniva e viene sempre più richiesta la capacità di spaziare tra le varie concezioni di bellezza, non certo uguali da cliente a cliente. Basta “finzione”, basta modelli classici: si cercano volti veri, con qualcosa da dire, da raccontare». E il casting perde i suoi connotati classici: «Diventa “street casting” – spiega la varesina – Vai in giro alla ricerca del profilo giusto, conosci le persone: sei tu che raggiungi i protagonisti delle future campagne pubblicitarie, non il contrario».
Così, tra una campagna per Nike Lab che le frutta un prestigioso premio al Fashion Film Festival di Berlino ed esperienze interessanti che si accumulano una sull’altra, ecco l’idea di un’ultima deviazione dal sentiero maestro sempre nel segno della passione: «Sono da sempre una patita di musica elettronica, tanto da aver partecipato a diversi festival in Nevada, Svezia, Spagna e Germania. Mi sono chiesta allora a perché non unire musica e moda, fornendo al cliente qualcosa in più…».
Nasce così un nuovo ramo di “To The Moon Studio”: “Music for Fashion”, con un nome che rende perfettamente il core business. E indica anche la rotta per il futuro, con la prua ben puntata sulla West Coast degli Stati Uniti.
Da scoprire e “colonizzare”, come una novella Magellano, con l’innovativa ed eclettica commistione tra passerelle e suoni prodotti da un sintetizzatore.