– Diciassette immobili sequestrati per un valore complessivo di oltre 4 milioni di euro. Nel registro degli indagati 16 persone tra cui l’attuale sindaco di Lavena Ponte Tresa (per abuso d’ufficio e omissione di atti d’ufficio) e l’ex primo cittadino (abuso d’ufficio).
È stata denominata “Vista Lago” l’operazione dei militari della Compagnia di Luino che ha portato al sequestro nel territorio di Lavena Ponte Tresa di 17 immobili appartenenti alla Petra srl, società riconducibile alla figura di , già protagonista del singolare sequestro nella propria abitazione di una zanna di mammut e per questo già indagato.
L’attività investigativa, coordinata dal Pubblico Ministero , aveva preso avvio nel 2015 dopo una serie di esposti per presunti abusi edilizi e ripetute violazioni urbanistiche nella zona. Stando a quanto sostenuto dagli inquirenti, per provare a sanarle, la società costruttrice e l’amministrazione si sarebbero accordate con una convenzione da 410 mila euro per la costruzione di un parcheggio pubblico.
Sempre secondo l’accusa, gli abusi edilizi avrebbero garantito al rappresentante legale della società un notevole incremento volumetrico della struttura urbanistica, pari al doppio di quello permesso: in questo quadro, i tecnici del comune di Lavena Ponte Tresa avrebbero di fatto approvato la regolarità di progetti urbanistici non idonei. E a seguito delle indagini è scattato il sequestro di 17 immobili, per un valore totale di oltre 4 milioni di euro.
Nel registro degli indagati sono finite 16 persone tra amministratori pubblici, funzionari e impiegati comunali, oltre a diversi professionisti tra geometri, architetti e ingegneri edili.
Nei guai vi sarebbero anche il titolare dell’impresa edile e l’imprenditore committente dei lavori che, per gli inquirenti, avrebbero omesso la vigilanza, sia documentale che materiale, durante i lavori. Quale atto dovuto e di garanzia compare, tra gli indagati, anche Giulio Conti, già sotto inchiesta per il sequestro qualche mese fa di una zanna di mammut conservata, irregolarmente, in casa: gli immobili sequestrati, infatti, sarebbero di proprietà della società di Conti, la Petra srl. «Adesso basta, alzeremo il tiro – commenta , legale di Conti – Il mio cliente è stato preso di mira. Adesso faremo partire noi una seria di denunce. Si assume anche che il mio assistito abbia corrotto il sindaco. Il mio cliente nega assolutamente ogni addebito, è un fatto mai accaduto. La misura ormai è colma. Il Rubicone ora si oltrepassa».
Tra i 16 indagati spunterebbero anche i nomi di Massimo Mastromarino, attuale sindaco di Lavena Ponte Tresa e di Pietro Roncoroni, ex primo cittadino. Roncoroni sarebbe indagato per abuso d’ufficio, mentre Mastromarino, eletto nel giugno del 2016, per abuso d’ufficio e omissione d’atti d’ufficio. «Sulle vicende apparse sulla stampa nella giornata di oggi (ieri per chi legge, ndr) – commenta il sindaco – posso affermare che siamo a conoscenza di indagini relative a vicende edilizie che risalgono al 2015, quando con la mia amministrazione non ero ancora in carica, essendo stati eletti il 6 giugno 2016. Ad oggi non ho ricevuto per questo alcuna informativa di garanzia».
Le indagini sono tuttora in corso.