– Le ragioni della mobilitazione del 1 agosto 2017 dei lavoratori di Malpensa restano in pista, ancora tutte attuali. Sorrette da circa tremila lavoratori e da tutte le sigle sindacali, compatte, a favore di un servizio di qualità per le compagnie aeree che scelgono Malpensa.
Dopo le 5 ore di fermo nel servizio di carico e scarico bagagli, lo scorso 1 agosto, le organizzazioni sindacali tornano ad annunciare che sono state indette due assemblee aperte a tutti i lavoratori dell’aeroporto il 30 agosto e il 1 settembre 2017, se Enac e ministero dei Trasporti non prorogheranno il divieto per la cooperativa Alpina di operare nel carico e scarico bagagli degli aerei in partenza e arrivo da Malpensa. Dunque il caos del 1 agosto potrebbe ripetersi settimana prossima. È un “no” secco all’entrata in pista delle cooperative. Perché no?
«Perché una società di handling non potrebbe avere più del 30% del proprio fatturato proveniente da subappalti, sarebbe fuori dalle norme. AGS Handling che utilizzarebbe Alpina anche a Malpensa, opera negli aeroporti milanesi servendo in particolar modo Ryanair e ha già superato la soglia del 30%», spiega Andrea Orlando, segretario generale della Flai Trasporti e Servizi.
«Non abbiamo nulla contro la cooperativa Alpina, ma con il sistema, proprio delle società cooperative, che elude il contratto collettivo nazionale di lavoro». Chiarisce Orlando: «Il “liberi tutti” che era stato concesso, ad esempio, allo scalo di Fiumicino, con numerosi handler presenti, abbiamo già visto che produce solo danni, ossia un servizio ai vettori, e dunque ai passeggeri, di minore qualità con un costo del lavoro non adeguato». In altre parole: Malpensa diventerebbe terreno fertile per una corsa al ribasso del servizio di handling;
chi offre lo stesso servizio al costo più basso si aggiudica il cliente-compagnia aerea «a scapito di un servizio di qualità e della tutela dei diritti dei lavoratori a cominciare dalla mancata garanzia della stessa prestazione lavorativa», ricorda Orlando. «Più marcato è il ribasso, meno sono garantite formazione specifica del personale (imposta dai regolamenti aeroportuali), safety e security aeroportuale», dicono in coro Filt Cgil, Fit Cisl, Uil Trasporti, Ugl- TA, Flai TS, Usb LP, Cub Trasporti, Adl. A Malpensa esistono già 6 società di handling e la stessa Sea ha fatto ricorso al Tar dopo la disposizione di Enac per limitare il numero di operatori di handling che verrebbe, però, disattesa con l’entrata in pista della coop Alpina che si occuperebbe dei voli Ryanair. Non solo, secondo il sindacalista della Flai: «Alpina si sta già muovendo per accaparrarsi altre compagnie aeree e fare richieste ad altre società di handling come se fosse un operatore a sé, non un soggetto in subappalto».
Dopo la protesta del 1 agosto definita «illeggittima» e «irresponsabile» dal vice ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Riccardo Nencini dato il periodo di forte affluenza del traffico aeroportuale (70 i voli in ritardo e numerosi quelli partiti senza bagagli), i lavoratori di Malpensa sono, però, pronti a tornare sulle barricate. L’incontro in prefettura a Varese tra sindacati e AGS Handling non ha portato a un risultato utile.
«Ci siamo resi disponibili a ragionare sul contemimento dei costi del lavoro dell’azienda in cambio del suo impegno a non subappaltare, ma c’è stato un rigido rifiuto», scrivono le OO.SS che hanno proclamato sciopero per il 15 settembre.