Circa due settimane fa è scattato l’allarme per l’epidemia di epatite A verificatasi negli USA. Ad esserne colpiti soprattutto i senzatetto: dallo scorso novembre sono finite in ospedale 264 persone e circa il 70% di queste erano persone senza fissa dimora. Secondo un portavoce del Centers for Disease Control (Cdc), il numero di casi ha superato altre grandi epidemie, ed è “probabilmente il maggior numero di decessi che si verifica negli Usa da vent’anni”.
Il virus, che compromette la funzionalità epatica, si diffonde solitamente attraverso cibo o acqua contaminata da materia fecale. L’epatite A ha un lungo periodo di incubazione, fino a 28 giorni, e ciò significa che la gente può diffondere la malattia prima che gli infetti ne siano a conoscenza. L’ufficio della Contea, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, ha fatto sapere che gli esperti devono ancora determinare cosa ha causato questa epidemia e i “movimenti” del virus.
Non si può escludere, pertanto, che l’infezione possa arrivare in Europa dove comunque non è stato segnalato nessun caso di questo genere.