«Condanniamo da sempre qualsiasi atto di violenza. Ma, di fronte alle speculazioni su questa vicenda, ci preoccupa il clima di demonizzazione nei confronti della nostra associazione». Così , presidente dell’Anpi di Gallarate e vicepresidente provinciale dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, “legge” a distanza di qualche giorno le polemiche che sono divampate sulla vicenda della targa che Noli vorrebbe dedicare alla memoria di Giuseppina Ghersi, la tredicenne torturata e uccisa, forse perché spia o forse perché ricevette un encomio dal Duce,
il 30 aprile del 1945 dai partigiani alla periferia di Savona. «La nostra posizione è quella espressa dall’Anpi nazionale con le parole del nostro presidente , quando ribadisce che “l’Anpi non ha mai avuto e non può avere esitazioni nel condannare tutto ciò che di violento e odioso sia accaduto dopo la Liberazione” – spiega Michele Mascella – noi condanniamo qualsiasi atto di violenza, non solo quella che è una “vicenda orribile per le modalità e per l’età della vittima, che abbiamo condannato e continuiamo a condannare”, anche se ci sono delle ricostruzioni storiche controverse. Però facciamo notare che si tratta di un episodio che rispunta puntualmente da qualche decennio a questa parte per farne speculazione». Sì, perché sul caso dell’uccisione di Giuseppina Ghersi si sta montando un’ampia strumentalizzazione: «Qualsiasi persona dotata di un minimo di discernimento si accorge che in queste vicende ci sono speculazioni da parte dei soliti. Poi quello che possono dire Casa Pound e Forza Nuova ci interessa fino ad un certo punto, ci preoccupiamo invece quando certe affermazioni vengono da settori che su queste vicende dovrebbero essere più meditativi. L’Anpi è da 70 anni che si batte contro i fascismi di qualunque tipo, ma i rigurgiti di un fascismo che è condannato da una Costituzione che parola per parola è ispirata all’antifascismo, sono evidenti». Quindi ci dovrebbe essere maggior attenzione nel dare il destro a certe polemiche nei confronti dell’Anpi: «Questo ritornare periodicamente sulla scorta di qualche vecchia vicenda, seppur da condannare, è solo un fatto speculativo. E ci preoccupa il clima di demonizzazione di un’associazione che si ispira alla pace».