Gennaro Tirino viveva da anni all’interno del complesso delle case Aler in via Rescalda a Castellanza. Una presenza discreta e piuttosto riservata. Ma la notizia della sua morte violenta ha fatto subito il giro degli alloggi, tanto che ieri mattina tra gli inquilini delle palazzine delle case di proprietà Aler non si parlava d’altro.
Una notizia che ha sconcertato e sconvolto tutti: «Ho letto stamattina su internet – ha detto una ragazza sotto choc – ma non credevo potesse essere lui. Una cosa inimmaginabile. Sono rimasta malissimo quando l’ho saputo. In effetti abbiamo visto i carabinieri venire qui a casa e adesso faccio il collegamento. Sembra una cosa da film, ma poi quando capita sotto casa tua ci resti davvero male». La Bmw bianca di Tirino è rimasta impressa ai vicini di casa: «Ma
chi è – ripete una signora – il ragazzone con la macchina grossa? Ma lo hanno ucciso? Non ci posso credere. Con me era sempre stato gentile. Ma non ha mai avuto problemi con nessuno qui. Tra vicini c’è un buon rapporto. Lui era una persona molto silenziosa, salutava, non dava grande confidenza e se ne andava a casa». «Io – racconta un ragazzo – mi ero fermato proprio qualche giorno fa con lui e abbiamo parlato della Bmw».
Ieri mattina non l’aveva visto uscire nessuno di casa. Se n’era andato via a bordo della macchina di grossa cilindrata per lavorare, ma non è più rientrato. «Io – ha raccontato una vicina di casa – l’ho visto martedì sera. Era fuori dalla palazzina con un ragazzo, forse un suo amico, che aveva la testa coperta da un cappuccio. Sono saliti insieme».
Tirino viveva con la compagna al terzo piano della palazzina di via Rescalda al civico 21. Con la compagna aveva un figlio adolescente. La vittima dell’agguato ha alcuni precedenti penali. In particolare ha scontato una pena in carcere per fatti di droga. Ha anche alcuni vecchi precedenti per violenza privata e lesioni. Fatti dei quali sono a conoscenza anche i vicini di casa: «Sì – dicono – ma qui non ha mai dato problemi. Era una presenza che si vedeva poco. Non ha mai dato fastidio a nessuno. Si faceva i fatti propri». «Speriamo – concludono i vicini – che venga presto trovato il colpevole. È un fatto davvero gravissimo».